Coronavirus, Milano: epidemia insabbiata, al Trivulzio si indaga su 70 morti

Il sindacalista: “Gli ospiti morivano e dicevano che erano solo bronchiti”. Sospeso geriatra della Statale che voleva far usare le mascherine. “Quando sono tornato c’era il terrore”.

La direzione del Pio Albergo Trivulzio, oltre milletrecento anziani ricoverati, il polo geriatrico più importante d’Italia, per tutto il mese di marzo ha occultato la diffusione del Covid-19 nei suoi reparti, intanto che il morbo contagiava numerosi pazienti e operatori sanitari.

Il professor Luigi Bergamaschini, geriatra fra i più qualificati di Milano, ha subìto il 3 marzo un provvedimento di esonero perché colpevole di autorizzare l’uso delle mascherine […]

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 LA VICENDA PIO ALBERGO TRIVUZIO FINIRA’ IN TRIBUNALE:STRAGE NASCOSTA” E’ FALSO. ECCO I DATI

“Su un totale di 1.012 fra ospiti e pazienti”, al Pio Albergo TRIVULZIO (Pat) di Milano “nel mese di marzo si sono verificati 70 decessi” contro i 52 del marzo 2019, “18 dei quali avvenuti in Hospice e di cui 9 con sintomatologia respiratoria e febbrile a esordio acuto che come concausa possono essere imputabili a sospetto Covid”.

Lo riferisce il Pat in una nota in cui si informa che “il presidente Maurizio Carrara e il direttore generale Giuseppe Calicchio hanno incaricato i propri legali di procedere alla diffida nei confronti del quotidiano ‘la Repubblica’, a seguito dell’articolo in prima pagina” pubblicato il 5 aprile, “firmato da Gad Lerner, dal titolo ‘La strage nascosta del TRIVULZIO'”.

Presidenza e la Direzione generale del Pat, si legge, “hanno dato mandato ai propri legali di tutelare nelle sedi opportune l’immagine dell’Istituto, la veridicità dei dati forniti sui decessi e l’onorabilità professionale dei responsabili sanitari”.

I vertici della struttura evidenziano come il dato dei 70 decessi, “presente sul sito dell’Istituto e ripreso da altri organi di stampa, si riferisce al numero complessivo dei decessi nel mese di marzo, in parte probabilmente riconducibili a Covid 19 senza però che sia stato possibile effettuare i tamponi per accertare la presenza del virus”.

Al Pat, si sottolinea inoltre, “nel mese di marzo 2020 sono risultati 18 decessi in più rispetto al corrispondente mese del 2019. Una situazione che non si configura come strage nascosta, ma conferma che al Pat non vi sia una situazione fuori controllo”.

Riporta ancora il TRIVULZIO: “Il dato del primo trimestre 2020, che tiene conto anche dei decessi di ospiti trasferiti ai Pronto soccorso, è in linea con i decessi avvenuti al Pat nel corrispondente trimestre 2019 (170 contro 165), mentre nello stesso periodo sono risultati 15 contro 13 alla Rsa Principessa Jolanda” dove, “su 95 ospiti, nel mese di marzo” 2020 “ci sono stati 7 decessi, tutti con sintomatologia respiratoria e febbrile a esordio acuto che come concausa possono essere imputabili a sospetto Covid”. Infine, “per quanto riguarda il personale, 3 dipendenti del TRIVULZIO sono ricoverati con riferito tampone positivo. Non ci sono ulteriori segnalazioni di ricoveri ospedalieri dei dipendenti, ma alcune assenze per sintomatologia febbrile, disposte dal medico di medicina generale e monitorate dal medico competente, dall’azienda e da Ats”, Agenzia di tutela della salute.

il Pio Albergo TRIVULZIO si è sempre attenuto rigorosamente alle disposizioni delle autorità sanitarie (Oms, Istituto superiore di sanità e Regione Lombardia) per quanto riguarda l’uso dei dispositivi di protezione individuale, così come sui tamponi oro-faringei si è attenuto e si attiene alle disposizioni di Regione Lombardia e dell’Agenzia di tutela della salute”.

“Disposizioni che riteneva di poter ignorare il professor Bergamaschini”, sostiene il Pat riferendosi a Luigi Bergamaschini, il geriatra che, in base alle ricostruzioni de ‘la Repubblica’, “ha subìto il 3 marzo un provvedimento di esonero perché colpevole di autorizzare l’uso delle mascherine chirurgiche al personale alle sue dipendenze. Il giorno stesso del suo allontanamento forzato – scriveva ieri il quotidiano – è stato fatto esplicito divieto a medici e paramedici di indossarle”.

Il medico, replicano dal TRIVULZIO, è stato “sospeso anche a tutela della sua salute connessa all’età, e rientrato solo a seguito della sua autocertificazione a proseguire nella collaborazione”.