Eurodeputati Pd scrivono a Lamorgese: ‘Chi ammaina la bandiera Ue viola la legge’

giovani europeisti

I sindaci e gli amministratori locali che stanno ammainando la bandiera europea nelle loro sedi istituzionali violano la legge e pertanto il governo deve farla rispettare. E’ quanto chiedono in una nota gli eurodeputati del Pd dopo il caso del presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri di Forza Italia, che ha fatto ammainare il vessilo della sede del Consiglio in polemica con la  mancanza di solidarietà da parte dell’Ue nei confronti del nostro Paese a seguito dell’emergenza del coronavirus.

“Come eurodeputati Pd abbiamo scritto al ministro degli Interni Lamorgese per chiedere di intervenire e far rispettare la legge”, dice Brando Benifei, capodelegazione degli eurodeputati dem. “Tra di loro”, prosegue Benifei, c’è anche Sospiri, “in merito al quale abbiamo chiesto a Berlusconi e Tajani di dire chiaramente da che parte sta Forza Italia in materia di Europa. Non possono continuare con un atteggiamento ambiguo, professandosi europeisti mentre strizzano l’occhio a Orban e a chi compie gesti del genere”. Secondo Benifei, infatti, “si tratta di gesti gravissimi che non rendono giustizia al nostro impegno in Europa in queste ore drammatiche, orientato a superare resistenze ed egoismi degli Stati membri. Serve serietà e responsabilità da parte di tutte le forze politiche”, conclude.

Sulla stessa linea il M5s, che ricorda anche il video di Fabio Rampelli, deputato di Fratelli di Italia, “che toglie la bandiera dell’Unione europea per riporla in un cassetto”, mentre “si susseguono altri appelli sui social e su whatsapp in cui addirittura si invita a bruciare il vessillo dell’Ue”, dice il deputato pentastellato Filippo Scerra. “Siamo di fronte ad un’opposizione irresponsabile che, in una fase di emergenza per il Paese, fa demagogia spicciola e senza alcun senso – prosegue – Mentre qualcuno gioca a bruciare le bandiere, infatti, c’è chi, da vero patriota, si batte a Bruxelles per difendere gli interessi nazionali”, conclude.

http://europa.today.it