L’emissione di bond “è una priorità ma genericamente per mutualizzare il debito non verrà accettata”, quindi occorre “finalizzarla a una missione” per finanziare gli obiettivi comuni. Così Paolo Gentiloni, commissario Ue per gli Affari economici, ai microfoni di ‘Circo Massimo’ su Radio Capital.
“Nella dinamica tra gli Stati europei sono prevalse chiavi di lettura figlie della crisi precedente. Capisco che veniamo da 10 anni di contrapposizioni, il punto è che questa discussione non è adeguata alla situazione perché non dà soluzioni. Bisogna fare tutti gli sforzi perché lo stallo sia superato”, ha continuato Gentiloni, parlando dell’emergenza coronavirus. “Se guardiamo alle istituzioni Ue che hanno una dimensione comunitaria, penso che abbiano preso in un tempo molto rapido alcune decisioni straordinarie, mi riferisco alla Bce” ma anche alla decisione di “sospendere il patto di stabilità e di sospendere le regole tradizionali sugli aiuti di Stato”, osserva l’ex presidente del Consiglio.
Il fatto è che “rischia di tramontare il progetto europeo, non solo quello della grande Europa federale. Se questa crisi diventa un fattore di aumento delle differenze, sarà molto difficile tenere insieme il progetto europeo. Ma sono fiducioso che una via di condivisione alla fine si possa trovare”, sottolinea Gentiloni che sul Mes dice: “Non è la Spectre, è uno strumento che è stato condiviso”, il dibattito ora è sulle condizionalità ma “sinceramente non sono molto ottimista sull’esito di questa discussione, per questo sposterei la discussione su come finanziamo i nostri obiettivi”.
“Credo che bisogna ancora scommettere sul fatto che alla fine soprattutto da parte della Germania si arrivi alla comprensione di una situazione nuova”, continua l’ex premier aggiungendo: “E’ una visione antica, purtroppo la conosciamo a memoria: ci sono Paesi che insistono molto sulla necessità di eliminare i rischi e mettono l’accento solo sul debito pubblico e Paesi come l’Italia che mettono l’accento sul condividere questi rischi”.
“Fare da soli? Nessuno se lo può permettere – sottolinea allora Gentiloni – Paesi più forti e più deboli sono accomunati dal fatto che il livello di integrazione, la moneta unica ci hanno dato una dimensione di garanzia ma anche una capacità di export che nessuno può permettersi di perdere se non con danni irreversibili”. Poi osserva: “E’ bizzarro che chi ha fatto barricate in questi anni” contro l’integrazione europea “ora lamenti l’assenza dell’Europa”. adnkronos