Coronavirus, capo 118: “Malati curati troppo tardi, così non li salviamo”

“Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi. Da quando una persona comincia a respirare male fino all’insufficienza acuta grave l’evoluzione è rapidissima. E va da trenta minuti a tre ore”. Così Mario Balzanelli, presidente della Società italiana sistema 118, in un’intervista a ‘Qn’.

“Perché non iniziamo le terapie agli oligosintomatici, quelli con pochi sintomi, positivi al tampone? Oggi queste persone vengono lasciate a casa a ’svernare’. Quando la situazione precipita, non resta che intubare chi sta male. Ecco il punto chiave”. Secondo Balzanelli “ripeto: dobbiamo fare i tamponi ai casi sospetti e quindi trattare con gli antivirali tutti quelli che si dimostrano positivi al Covid-19 e che stanno a casa. Questo si deve capire. E ritengo assolutamente inadeguato che un’emergenza squisitamente sanitaria – sottolinea – sia stata affidata alla Protezione Civile e non al ministero della Salute”.

“Bisogna anticipare la rivelazione dell’insufficienza respiratoria acuta con il saturimetro”, dice. Uno strumento che dovrebbe essere a casa di tutti? “Sicuramente – spiega – a casa di tutti i pazienti sospetti Covid o positivi che stanno in isolamento. Se è un’operazione realizzabile? Sicuramente, con tutto il dispendio di risorse che c’è”. Siamo ancora in tempo a invertire la rotta? “Certo – risponde – non abbiamo una situazione che si possa dire avviata rapidamente verso la sua risoluzione. E allora rispondo alla domanda con un’altra domanda: quanti altri morti dobbiamo rischiare?”. adnkronos