Stop ai rifornimenti di carburante: prima quelli su autostrade e tangenziali, già dalla notte di mercoledì 25 marzo, poi anche quelli sulla viabilità ordinaria. La minaccia arriva da una nota unitaria delle sigle dei gestori degli impianti di rifornimento, Faib-Fegica-Figisc/Anisa: ”Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Quindi, gli impianti di rifornimento carburanti cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”.
Coronavirus, la protesta dei benzinai: ”Non siamo schiavi né martiri” – ”Nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri”, affermano i gestori della rete carburanti, che minacciano la chiusura. ”Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere ad una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l’intero carico che altri soggetti, con ben altri mezzi, disponibilità economiche e rendite, si ostinano ad ignorare”.
La categoria è composta da oltre 100.000 persone in tutta Italia che, si spiega in una nota, hanno continuato a fare il loro lavoro nonostante si sia registrata una contrazione di circa l’85%.
”Correremo il rischio dell’impopolarità e dei facili strali lanciati da comode poltrone, ma davvero non abbiamo né voglia, né la forza per spiegare o convincere delle solari ragioni che ci sostengono”, affermano Faib-Fegica-Figisc/Anisa . ”Chi volesse approfondire può chiedere conto a Governo, concessionari autostradali, compagnie petrolifere e retisti indipendenti: a ciascuno di essi compete fare per intero la propria parte se si vuole assicurare la distribuzione di benzina e gasolio”.