di Guido da Landriano – Le quarantene e le restrizioni portate dal Coronavirus stanno portando a galla anche altre tensioni che, fino a ieri , giacevano nascoste sotto al cenere. In Germania, a Suhl, in Turingia, in un centro di raccolta per i migranti. è iniziata una grave rivolta che ha portato a scontri fra migranti e polizia con utilizzo di bombe molotov, minaccia di bruciare tutto il centro e l’esposizione di bandiere dell’ISIS.
Tutto è nato con la scoperta che un immigrato irregolare malato, proveniente dalla Svezia, era positivo al Coronavirus. QUesto ha portato ad una quarantena per tutti gli ospiti della struttura, ma quello che normalmente sarebbe stato accettato senza problemi ha portato prima a forti proteste quindi ad una vera e propria rivolta. Un gruppo di irriducibili, per la maggioranza provenienti dal Nord Africa e dalle aree caucasiche, ha devastato la mensa, per imporre uno sciopero della fame a tutti gli ospiti, quindi si sono asserragliati e minacciano di bruciare tutto sventolando quindi la bandiera dell’organizzazione terroristica che, evidentemente, qualcuno portava con se.
La polizia ha circondato il centro e cerca di risolvere la crisi,ma questo pone dei gravi problemi generali di cui sarebbe meglio parlare, invece he far finta di nulla: la crisi del COVID-19 sta ponendo una vera e propria sfida perfino a società consolidate come quelle occidentali, le cui conseguenze vedremo solo al termine della quarantena. In questa situazione componenti non integrate vengono a cozzare con il resto della struttura, la indeboliscono, e possono perfino distruggerla.
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