l Forlanini oggi fa pena a vederlo come è ridotto. Un interessantissimo servizio di Rainews24 ci mostra in che stato è quello che era il più grande ospedale d’Europa, negli anni Trenta. 150mila metri quadri, 12 ettari di terreno, immerso in un parco con piante esotiche e aromatiche, che facevano bene agli ammalati di tubercolosi per i quali la struttura fu realizzata. Il Forlanini lo volle personalmente Benito Mussolini, e in capo a pochi mesi era realizzato. Era solo uno dei 44 sanatori che il fascismo costruì in tutta Italia. Nel 2007 la sinistra alla regione Lazio, con Piero Marrazzo, decise una “razionalizzazione” della sanità regionale. Che si tradusse in tagli e in nessuna miglioria del servizio ai cittadini. Si chiamava Istituto Benito Mussolini. Oggi viene da piangere.
Il Forlanini, dove abitano sbandati e spacciatori – Nel servizio una giornalista si introduce, col cameraman, nell’ospedale e scopre diverse cose interessanti. L’ambiente è abbandonato, la manutenzione non viene più fatta, però un ascensore funziona ancora. Entrando nelle varie stanze, sporche, si trovano vere e proprie camere da letto, evidentemente abitate. Ci sono specchi, televisioni, letti, sedie, tavoli, biancheria, coperte. E poi ancora armadietti, camici, condizionatori, lavatrici, altri elettrodomestici… tutto utilizzato. E’ chiaro che qualcuno ci vive, soprattutto la notte. C’è anche una lavanderia, con tanti di accappatoi e poi un tavolo con detersivi e una macchinetta del caffè. Insomma si scopre che abitano persone lì, persino degli italiani.
Abbandonati macchinari medici costosissimi – Al di fuori, nel giardino, una scoperta sorprendente. Sono stati abbandonati macchinari medici costosissimi, che ora si stanno rovinando in giardino. Ma la Regione Lazio non avrebbe potuto regalarli a qualche altro ospedale? Noi cittadini li abbiamo pagati questi macchinari costosi, e oltre a questo non possiamo neanche riceverne beneficio. E poi stampanti di ultima generazione, computer… un sacco di soldi.
Chi ha permesso questo spreco? Marrazzo? Se è così, ci auguriamo che qualcuno ne risponda alla magistratura. E ovunque, come un sudario sulla trascuratezza umana, siringhe, bottiglie di alcolici vuote. Un uomo, un custode, che lavora lì, consiglia alla giornalista di andarsene perché rischia anche qualche coltellata. Una zona franca, insomma, a due passi dalla stazione dei carabinieri di Monteverde… Come mai si tollera tutto ciò? Chi ha permesso che l’ospedale fiore all’occhiello dell’Italia diventasse un rifugio per tossici e delinquenti?
Ora più che mai è necessario riprendercelo, il nostro Forlanini.