Coronavirus, analisi di Bracalente sui dati: «Per fermare curva esponenziale seguite le regole»

di Bruno Bracalente*

Il professor Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei, domenica ha detto al Corriere della Sera che la curva esponenziale del Coronavirus, che è una curva “molto cattiva”, deve essere fortemente rallentata perché se continuasse a correre così, senza freni – raddoppio dei casi ogni 2,5 giorni (tasso di crescita giornaliero del 32%) – il 15 aprile saremmo, secondo la curva, tutti contagiati. Non potrà avvenire e non avverrà, ma il calcolo serve per avere un’idea della rapidità e della portata del fenomeno.

Due settimane fa (23 febbraio-1° marzo), con un tasso di crescita medio giornaliero di circa il 40%, la curva era ancora più cattiva. Era quella nera della figura 1 e se il contagio avesse proseguito secondo quella prima curva esponenziale (lungo la linea nera tratteggiata), ieri il numero dei contagiati sarebbe stato di circa 24400. Invece, per fortuna, quel numero è stato un terzo di quello “previsto” (9.172) e il motivo è che la curva esponenziale nel frattempo è diventata un po’ meno cattiva. Nel periodo più recente (1-9 marzo) il tasso di crescita medio è infatti sceso a poco più del 23% e la curva è diventata quella rossa. Ma anche quella rossa è una curva esponenziale tutt’altro che buona. Se il contagio proseguirà seguendo questa seconda curva meno cattiva tra una settimana (il 15 marzo) avremo superato i 32 mila contagiati (poco meno di quattro volte quelli di lunedì).

Attenersi alle regole  – Bisogna sperare che le misure sempre più stringenti approntate dal Governo vengano rispettate scrupolosamente e funzionino, e che di conseguenza prosegua la tendenza alla diminuzione del tasso giornaliero di crescita del numero di contagiati. Se durante questa settimana il tasso scendesse dal 23% medio della settimana scorsa al 18% medio (ma lunedì è stato del 24.4% e quindi non sarà facile), la progressione del contagio seguirebbe la linea blu tratteggiata e il 15 marzo il numero di contagiati potrebbe fermarsi a meno di 25 mila. Ancora tanti, tre volte quelli di ieri, ma per ora è difficile attendersi di meglio. Affinché la curva freni davvero, il tasso di crescita giornaliero – il parametro più importate da seguire – dovrà diminuire più drasticamente. Solo così si inizierà a vedere il passaggio dalla curva esponenziale a quella lineare (numero giornaliero di nuovi contagi pressoché costante), che è molto meno cattiva. Questo passaggio è importante perché a sua volta prelude al cambiamento più atteso della curva dell’epidemia, che è una curva a S del tipo di quella rappresentata nella figura 2: il passaggio, finalmente, alla curva buona, al tratto finale con la concavità rivolta verso il basso, che farebbe intravedere la fine della epidemia. Più saremo rigorosi nel rispetto delle regole di comportamento – che da oggi sono molto stringenti per tutti, in tutte le regioni – più presto la vedremo.

Bruno Bracalente – Professore di Statistica all’Università di Perugia ed ex presidente della Regione Umbria – – www.umbria24.it