Panico coronavirus – Sono in corso violente proteste nei penitenziari di Frosinone, Modena e Poggioreale. Nel penitenziario emiliano, i prigionieri stanno danneggiando la struttura. Dal carcere, fanno sapere i sindacalisti del Sappe, proviene fumo, dovuto probabilmente ad un incendio in atto. Per sedare la rivolta sono stati chiamati anche agenti liberi dal servizio. La notizia riportata da Il Fatto
“E’ in corso nel carcere Sant’Anna di Modena un’altra rivolta dettata dal panico di pandemia da coronavirus, vediamo il levarsi in aria una cortina di fumo nero, speriamo che non ci siano feriti tra il Personale di Polizia. Ora è in corso una mobilitazione delle forze dell’ordine che stanno accorrendo sul posto numerose per aiutare i colleghi”, dice Giuseppe Di Carlo, segretario generale del coordinamento nazionale polizia penitenziaria.
I detenuti protestano nel carcere di Poggioreale a Napoli. Secondo quanto riferito da fonti sindacali, alcuni carcerati sarebbero saliti sui muri del passeggio, in una zona interna al penitenziario. La protesta è divampata per l’annunciata sospensione dei colloqui per contrastare il contagio. Sul posto oltre alle forze dell’ordine sono presenti anche alcuni familiari dei detenuti, che hanno bloccato il transito dei tram. Momenti di tensione si sono registrati quando all’interno dell’istituto sono entrati alcuni agenti della Polizia penitenziaria muniti di scudi protettivi. I familiari espongono striscioni chiedendo l’indulto o l’amnistia o in alternativa un provvedimento che possa mettere i loro familiari agli arresti domiciliari.
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Tensione anche a Frosinone: un centinaio di carcerati, impauriti dal rischio di contagi, è uscito dalle sezioni raggiungendo l’area passeggi e salendo sulle mura. Al momento non ci sarebbe stata alcuna evasione e sul posto sono intervenuti il direttore del carcere e il comandante del reparto degli agenti della penitenziaria. La rivolta è scoppiata dopo il divieto di colloqui con i familiari in seguito all’emergenza.
Le rivolte di Modena e Frosinone arrivano a 24 ore da quella del carcere di Salerno, dove 120 detenuti hanno protestato dopo aver saputo dello stop ai colloqui fino al prossimo 31 maggio per l’allerta virus. Scene di guerriglia iniziate nel primo pomeriggio e che sono terminate intorno alle 20 dopo una lunghissima trattativa effettuata dai rappresentanti delle forze dell’ordine e dai vertici della struttura penitenziaria. Secondo quanto si è appreso da fonti sindacali, i rivoltosi hanno utilizzato i ferri delle brande per distruggere quanto c’era da distruggere. Dopo aver devastato il secondo piano, hanno divelto le inferriate delle finestre e sono riusciti a salire sul tetto del carcere di Fuorni. Gli agenti della polizia penitenziaria, guidati dal comandante Gianluigi Lancellotta, hanno provato a domare la rivolta, mentre a Salerno sono giunti rinforzi da tutta la regione. Misure straordinarie di sicurezza anche all’esterno della casa circondariale: in cielo si è alzato un elicottero dei Carabinieri per controllare dall’alto la situazione, mentre la struttura è stata circondata da carabinieri, guardia di finanza e polizia in assetto antisommossa. In serata, poi, sono intervenuti diversi mezzi dei vigili del fuoco che hanno installato i materassi gonfiabili nello spazio esterno.