“L’unica possibilità che abbiamo per combattere il coronavirus è ridurre i contatti sociali. Chiudere le scuole ha un significato simbolico e formale, una presa di coscienza che siamo tutti coinvolti. Serve anche a porre la problematica e a rendere evidente la situazione che va affrontata in maniera seria e rigorosa”.
Lo afferma ad Affaritaliani.it il virologo Fabrizio Pregliasco, commentando la chiusura di scuole e atenei per l’emergenza coronavirus. Che poi lancia l’allarme: “Se non si riducono i casi, la situazione della rianimazione negli ospedali, soprattutto lombardi, rischia di diventare catastrofica. Ci sono alcuni studi che evidenziano come in altre patologie, come l’influenza, la chiusura delle scuole serve. Non esiste una formula che può dirci in modo scientifico l’efficacia complessiva di questo provvedimento, ma l’importante è ridurre la frequenza dei contatti“.
Pregliasco non usa mezzi termini: “La luce in fondo al tunnel è ancora lontana“. Quando potremo dire che la situazione sta migliorando? “Tra una settimana capiremo l’andamento generale e avremo un’idea più chiara del quadro. Poi ci vorrà qualche mese, il percorso è sicuramente lungo. Bisogna resistere”.
GIUSTO LO SPORT A PORTE CHIUSE
“La condizione di affollamento di persone che c’è negli stadi è sicuramente rischiosa, quindi si tratta di un provvedimento corretto”, afferma il virologo commentando le porte chiuse per il calcio. Anche se ovviamente riguarda tutti gli sport. Dovremo anche fermare la circolazione dei treni e delle metropolitane? “Teoricamente sarebbe utile, ma ovviamente sarebbe anche una misura devastante per la società e l’economia. E quindi occorre graduare gli interventi”, conclude Pregliasco.