Donna, Lavoro & Famiglia: problematiche al femminile spesso trascurate

Donna, Lavoro & Famiglia:
problematiche al femminile spesso trascurate

Convegno a cura del Dipartimento femminile Democrazia Cristiana
Roma Sabato 7 marzo 2020 ore 15,30 Via Gioberti, 54

Coordina e introduce Luigia Perillo. Intervengono: Franco De Simoni, segretario politico della DC; Pasqualina Russo, coord. rapporti con le associazioni; Paola De Benedictis segr.organizzativa; Marina Assandri, coord. pari opportunità; Mioara Done, resp.le rapporti per l’immigrazione; Lorella D’Aniello, resp.le “La voce dei Municipi”. Seguirà dibattito pubblico. Al termine, Aperitivo.

L’argomento che tratteremo durante l’incontro coinvolge tutte le donne che affrontano, con sacrificio e coraggio, le problematiche per conciliare lavoro e famiglia. Negli ultimi anni pochi hanno sentito la necessità di far luce su questo argomento. Questa occasione, istituita quale spazio di riflessione, sarà un momento informativo e formativo.

Lo Stato ha il dovere di garantire alla donna di “non dover fare delle scelte” tra l’essere madre o dedicarsi a lavoro e carriera. La gravidanza non è una malattia, ma un arricchimento della donna e dell’economia di un Paese. L’edizione di quest’anno avrà come ospiti donne e mamme che conciliano la famiglia con il lavoro portando le loro testimonianze.

Mi si consentano alcune considerazioni sugli orientamenti di fondo che questo incontro potrebbe generare.

Premesso che l’emergenza educativa (la cultura) in merito al rispetto del mondo femminile è alla base della maggior parte dei miei interventi e l’emergenza sentita dalle donne componenti la Commissione relativa al Dipartimento femminile della Democrazia Cristiana, che hanno voluto e saputo elaborare con entusiasmo e in tempi brevi – questo incontro deve portarci a investire i prossimi mesi per approfondire ciascuna tematica in modo da condurci ad avviare gli altri incontri per tutto il 2020.
Una esigenza che emerge in merito alle Commissioni, e questa volta tutte, è quella di interagire tra esse a conferma del fatto che la cultura non può essere rinchiusa in compartimenti stagni, e da qui nasce la necessità di confrontarsi e scambiare idee proprio come, ne sono certo, avverrà in futuro.

Creeremo momenti di incontro, non solo virtuale, ma anche fisico, per le singole commissioni in modo da facilitare lo scambio di idee che talvolta è reso sterile proprio dagli scambi virtuali. Si potrà pensare anche di riunire più commissioni per discutere di argomenti e questioni di interesse comune e sono convinto che saranno un meraviglioso strumento di approfondimento delle tematiche a noi care e di approfondimento dei rapporti umani e dell’amicizia in seno al nostro Partito.

Il lavoro che ci attende non è semplice, ma credo che porterà grandi soddisfazioni e soprattutto ci aiuterà a credere in un futuro e in un’Italia migliore per i nostri figli. E sono proprio queste Commissioni che devono rivolgersi ed essere animate soprattutto dai giovani al fine di concepire una realtà viva e inarrestabile che formerà non solo le nuove generazioni di politici, ma anche e soprattutto le nuove generazioni di italiani.

Ringrazio quindi le promotrici di questo incontro e approfitto per ribadire alcune priorità, e cioè:
– Se non si afferma innanzitutto che il rispetto della dignità della persona è il fondamento della civile convivenza, e se non si tutela la donna da qualsiasi forma di discriminazione e violenza sia in seno alla famiglia sia in seno alla società, non si arriva da nessuna parte.

Il rispetto e l’affermazione della dignità della persona non può prescindere, ovviamente, dal rispetto della dignità e della libertà della donna, in tutti i suoi ruoli e compiti, in ambito lavorativo ed in ambito familiare, quasi sempre più impegnativo e gravoso di una carriera in senso professionale, praticamente sempre meno gratificante. Ne conseguono l’obbligo e l’impegno a misure di protezione della donna in genere nei confronti della violenza fisica e psicologica a cui frequentemente sono esposte nella società moderna, in cui è spesso trattata alla stregua di una preda o di un complemento ad un concetto maschilista della società, praticamente un soprammobile o un giocattolo con cui passare il tempo senza impegno.

– Se non si afferma, se non si difende e se non si favorisce la famiglia naturale eterosessuale, formata da un uomo e da una donna che si amano e che sono in grado di perpetuare la vita umana generando dei figli, non andremo da nessuna parte.
– Se non si sostiene la centralità della famiglia naturale mettendo i giovani nella condizione di potersi sposare e disporre di un proprio alloggio mantenendosi autonomamente con un lavoro dignitoso, questa società che bene o male siamo riusciti a costruire, non avrà futuro.
– Se non si favorisce l’adozione di una legge che riconosca il salario alle madri casalinghe, come diritto fondato sulla certezza del suo valore economico nella realizzazione del benessere della collettività, sulla sua validità etica a tutela della dignità della madre che sceglie di dedicarsi alla famiglia e ai figli, sulla sua utilità sociale quale fattore di sostegno alla famiglia naturale e incentivante della crescita della natalità non si è ben compreso bene il vero problema
– Se non si contrasta il grave fenomeno della denatalità. Il primo problema dei grandi problemi che abbiamo sia in Italia che in Europa e perciò, se non si favorise la crescita della natalità prevedendo sia degli sgravi fiscali sia degli aiuti diretti alle famiglie in proporzione al numero dei figli, in modo da evidenziare che la società considera in modo assolutamente positivo e vuole favorire la crescita della natalità, non ci sarà continuità per la nostra civiltà e identità.

Servono proposte a sostegno della natalità e della famiglia. Bisogna quindi sostenere il tasso di natalità e ciò significa evitare alla nostra società il rischio del collasso demografico, del suicidio collettivo, della cancellazione della nostra identità ad opera di altre realtà sociali.
– Se non si promuove , e questo è un imperativo categorico, la cultura della valorizzazione e del rispetto delle donne, quali emblema della centralità della famiglia naturale e dello spirito della solidarietà sociale, non si potranno perseguire nessuno degli obiettivi citati in precedenza.
– A proposito di 8 marzo, nessuno meglio di me – che sono cresciuto con 8 donne: mia mamma, due nonne e cinque sorelle, educato fin da piccolo al rispetto della donna – sa che è necessario colmare con una politica culturale e formativa congrua lo smarrimento etico e il disagio giovanile che sfociano in comportamenti devianti e violenti, insegnando sin dalla scuola una cultura del rispetto della donna che corrisponda al benessere della persona umana in modo da favorire la formazione di una personalità consapevole, solida e costruttiva della persona e che non sfoci come troppo spesso accade, nella dispersione scolastica o nel bullismo, nella dipendenza da droghe, alcol e social, le ‘malattie’ che affliggono i giovani di oggi e che da adulti, si tramutano in arroganza, sottomissione, violenza verbale, psicologica, economica e fisica sulle donne, che siano esse compagne, sorelle, mogli e madri dei loro stessi figli, come purtroppo registriamo. Nei soli primi due mesi del 2020 sono già 14 gli omicidi, le donne uccise.

In conclusione, se non si garantisce il rispetto di una piattaforma di valori condivisi e regole certe che siano effettivamente tali per tutti, in modo che il bene comune e l’interesse generale corrispondano a un patrimonio collettivo, senza alcuna eccezione nel nome di qualsivoglia specificità religiosa, ideologica, culturale e di genere, stiamo parlando del nulla assoluto o di quello che chiamano neoumanesimo e il nostro destino è segnato per sempre.

Armando Manocchia – portavoce Democrazia Cristiana