Al Gemelli si va in putrefazione e nessuno se ne accorge. Due sono le notizie: si trova in un intercapedine dell’ospedale un cadavere mummificato da sei mesi. E Zingaretti non trova di meglio che andarsene a Milano anziché piombare nell’ospedale a chiedere spiegazioni. Ma lui deve fare politica al tempo del Coronavirus, non può perdere ore preziose a capire che diamine è successo nel Policlinico del Papa. Preferisce una festicciola “antipanico” con i compagni milanesi contro il morbo cinese piuttosto che adempiere ai suoi doveri istituzionali. L’antischifo non gli interessa.
Ma quel poveretto trovato mummificato, dicono fosse un clochard di 45 anni di nome Hant Valer, non ha avuto bisogno del tampone positivo per andarsene dal Creatore. E poi ti chiedi perché i NAS stazionano a Codogno e non al Gemelli.
Morire così al Gemelli
Fateci capire: ma davvero il cattivo odore emanato da una salma non ha insospettito nessuno se non gli operai che lo hanno trovato mercoledi? Anche perché la beffa è che c’era un vano di collegamento per condotte di areazione.
Ovviamente di quel povero Cristo non sentirete dire una parola dalla Protezione Civile da parte del premier Conte. Non sia mai se ne dispiacesse Zingaretti. Ancora più grave il silenzio della regione Lazio. Il governatore a reclamizzare la campagna “Milano che non si ferma“, dopo che il suo assessore alla sanità, il competente D’Amato, aveva unito i suoi strali a quelli che attaccavano i medici di Codogno. Se Milano non si ferma, a Roma resti talmente immobile che ti ritrovano morto dopo sei mesi…
Si vogliono evitare i virus ma ci si dimentica di un paziente che diventa cadavere in un condotto d’aerazione. Quell’ospedale cura decine di migliaia di persone. Parlare di “privati” di quelle dimensioni sarebbe un fuor d’opera. Perché stanno tutti zitti.
Il cadavere scoperto per caso
Il clochard è scomparso attorno a Ferragosto. Ci dicono che beveva e ci vedeva poco. E uno in queste condizioni non lo sorveglia nessuno? Quando si sono accorti che era sparito, dopo un po’ di ricerche che chissà come sono state fatte – sembra davvero un brutto film – hanno scritto nel brogliaccio che il paziente aveva dato “dimissioni volontarie”. Senza firma. E l’avete denunciata la scomparsa di quel paziente?
Ecco, la regione Lazio la faccia qualche domanda al direttore generale del Policlinico Gemelli, Marco Elefanti. Si pagano fior di quattrini di tutti per quella struttura che un tempo era rinomata.
Sono notizie che preoccupano perché se una persona senza parenti che lo cercano muore così, vuol dire che si sta perdendo tutto. Anche l’umanità. Se non se ne fossero accorti quegli operai che l’altra mattina stavano lavorando alla struttura, chissà quanto altro tempo sarebbe trascorso. Magari si sarebbe trovato qualche osso del poveretto. È una storia vergognosa sulla quale non può cadere l’oblio.