“Sarebbe deplorevole se questa situazione fosse utilizzata a fini politici”. Con queste parole il commissario Ue responsabile per la gestione delle crisi, Janez Lenarcic, ha risposto alla richiesta della Lega di Matteo Salvini di chiudere le frontiere dell’Italia ai migranti e di sospendere il trattato di Schengen, l’accordo europeo che prevede la libera circolazione di persone e merci tra Stati senza restrizioni ai confini.
In una nota ufficiale, il Carroccio aveva chiesto al governo di “valutare la sospensione temporanea dell’accordo di Schengen per poter mettere in campo controlli sanitari adeguati ai valichi di terra e nelle stazioni”. Un concetto ribadito con toni polemici da Salvini: “Se qualcuno non ha fatto o non farà tutto il suo dovere per proteggere gli italiani ne risponderà. Se Conte non è in grado di difendere l’Italia e gli italiani si faccia da parte”, premette il leader della Lega prila di aggiungere, con riferimento al tema all’immigrazione clandestina: “Ho il diritto di sapere chi entra e chi esce dal nostro Paese. Ascoltiamo la comunità scientifica: blindiamo, sigilliamo i nostri confini. Dio non voglia che nell’800% in più di sbarchi ci sia un solo caso di virus“, ha concluso.
Per Bruxelles, pero’, questa ipotesi è per ora lontana e, a ogni modo, dovrà essere discussa da tutti gli Stati membri. Secondo Lenarcic, qualsiasi misura che dovesse essere adottata un Paese dell’Ue riguardo ai controlli di confine con l’Italia dovrà essere preceduta da “una valutazione del rischio credibile“, essere “proporzionata” e presa “in coordinamento con gli altri Stati membri”.
Cosa prevede Schengen
Il codice delle frontiere Schengen, consente delle misure straordinarie e temporanee in casi di emergenze. Possono essere adottate dagli Stati membri nel caso si profili una “seria minaccia” alla sicurezza. La reintroduzione di controlli di frontiera deve rimanere un’eccezione e deve rispettare il principio della proporzionalità. La portata e la durata delle misure temporanee dovrebbe essere limitata nel tempo e ridotta al minimo necessario ad affrontare la minaccia in questione.
La reintroduzione di controlli alle frontiere, in altre parole, deve rimanere l’extrema ratio. E’ competenza esclusiva degli Stati membri: la Commissione può stilare un’opinione sulla necessità della misura e sulla sua proporzionalità, ma non può porre il veto, se un Paese membro decide di reintrodurre controlli ai confini. Attualmente Norvegia (fuori dall’Ue ma membro dello Spazio Economico Europeo), Svezia, Danimarca, Austria e Germania hanno controlli straordinari in vigore in alcuni tratti di confine (fino al maggio 2020), mentre la Francia li ha a tutti i confini a causa del persistente rischio terrorismo.
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