La UE ci rifila 4 nuove tasse: batoste in arrivo

Il programmino fiscale in arrivo da Bruxelles è pronto. E a noi poveri contribuenti non resta che aspettare e preparare il portafoglio. Una marea di tasse ci travolgerà: dalla plastica alle emissioni, tutto il carnet delle nuove imposte da versare proverà a tamponare le perdite economiche sopraggiunte a causa della Brexit. Dunque, come riferisce in un dettagliato servizio Il Giornale sul suo sito, «il contenuto del progetto di bilancio Ue 2021-2027, preparato da Charles Michel, ex premier belga ora a capo del Consiglio d’Europa, parla chiaro. I numeri dicono che a causa della Brexit c’è un buco di 15 miliardi da coprire, e da Bruxelles hanno pensato a un nuovo ventaglio di imposte».

L’Europa sventaglia 4 nuove tasse: plastica, emissioni, voli e digitale – Insomma, lo strappo della Gran Bretagna è compiuto e ora, preso atto del buco, toccherà anche a noi rattoppare le perdite. Con la Brexit e l’addio di Londra alla Ue, tutti sono chiamati a fare la loro parte. Che, tradotto in fatti e cifre, significa sborsare di più e sul fronte dei finanziamenti (e dell’incasso) ricevere di meno. La macchina della pressione fiscale è già in moto: e come riporta in queste ore anche Libero, la via crucis partirà il prossimo 20 febbraio quando in una riunione da lui presieduta, mister Michel presenterà il suo programma fiscale. Uno schema semplice e articolato principalmente su quattro nuove tasse: per plastica, emissioni, viaggi aerei e digitale.

E così, tra tagli ai fondi e la sventagliata di nuove gabelle, il fronte europeo s’incrina sempre di più. Tanto che, su tutti, il premier olandese Mark Rutte ha pubblicato un tweet che non le manda a dire a nessuno. Né ai burocrati, né ai contabili, né ai diplomatici della Ue. Un tweet che recita: «La Ue dovrebbe tenere sotto stretto controllo le spese. Le posizioni degli Stati membri sono ancora molto lontane». saranno pure lontane, ma intanto le sanzioni sono pronte. E in arrivo. A partire dalla digital tax che, spiega molto francamente Il Giornale, «Italia e Francia hanno già approvato, anche se per evitare le ire di Donald Trump non hanno la minima intenzione di applicarla. Il motivo è semplice: l’imposta colpisce in pieno i colossi del web Usa, tra cui Google, Amazon, Facebook, Microsoft. In altre parole, in caso di tassazione sulle citate aziende americane, l’inquilino della Casa Bianca potrebbe rispondere con sanzioni e dazi».

E per la tassa sulla plastica la beffa per noi sarebbe doppia – Leggermente diverso il discorso sulle tassazioni inerenti voli, plastica ed emissioni. le tre tasse fanno parte infatti del progetto Green Deal sposato e fortemente propagandato dalla stessa Ursula von der Leyen. Un quadretto fiscale che rischia di elevare alla seconda il danno della spesa e la beffa del bis. Già, perché a quanto sembra di capire al momento, la tassa europea sulla plastica varrà 80 centesimi al chilogrammo e andrà a integrare la gabella di casa nostra pari a 45 centesimi prevista per luglio. Una batosta per le aziende del Belpaese che, a detta sempre del Giornale, rischiano di dover mettere in discussione «cinquantamila posti di lavoro».

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