“No, non possiamo consentire al Paese di rivivere l’incubo vissuto per 15 mesi, come dimostra la reazione chiara, con la schiena dritta, di Conte e del Pd”. In una intervista al Corriere della Sera il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia dice che è inutile far finta di nulla o “nascondersi”, ma che non presentarsi in Consiglio dei ministri e minacciare la sfiducia di un ministro come ha fatto Italia Viva “è fare un passo verso la rottura”.
Quindi la pazienza ha un limite, secondo il ministro, e questo limite “è quando rischi di schiantarti contro il muro”. Solo gli elettori, per Boccia, “hanno il diritto di alzare la voce”. La mission è chiara: “Questo Paese cambierà quando sarà chiaro che sarà finita la stagione dei ricatti. La domanda vera ora è: si riparte domani mattina o si continua con gli aut-aut?”
Secondo il titolare del dicastero agli Affari regionali in quest’ambito il premier ha una pazienza invidiabile. “Giuseppe Conte è una persona seria. Media fin dove può”. “Ci lavoro gomito a gomito” dice Boccia che giura che il premier non ha nessuna intenzione di sostituire Italia Viva con un gruppo di responsabili per poi aggiungere: “Ero abituato a Prodi, ma vi assicuro che Conte lo supera. Io mi sono autodefinito gandhiano, per non litigare sull’autonomia differenziata, ma Conte è oltre Gandhi”.
Anche perché Renzi non si sa davvero cosa voglia. “Non so rispondere, ho finito le parole. Vorrei che fosse coerente. Quel che è certo è che non ci faremo trascinare nella guerriglia” dice Boccia un po’ sconsolato, per il quale “l’alternativa a questo governo è dare la parola al presidente della Repubblica. E far resuscitare la destra sovranista”. AGI.IT