“Clandestini” sui manifesti a Saronno, la Lega condannata per discriminazione. La Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza di primo grado con cui il Tribunale, accogliendo il ricorso di due associazioni (Asgi e Naga) aveva condannato la Lega a cinquemila euro di risarcimento per avere affisso a Saronno (Varese), nel mese di aprile del 2016, alcuni manifesti in cui 32 richiedenti asilo, in procinto di arrivare in città, venivano definiti “clandestini”.
“Saronno non vuole clandestini – si leggeva nei manifesti – vitto, alloggio e vizi pagati da noi”. Per il giudice d’Appello di Milano Maria Cristina Canziani in tal modo è stata violata la dignità dei cittadini stranieri (regolarmente presenti, si ribadisce) e viene anche favorito un clima ostile attorno a loro in città.
La Lega aveva provato, già durante il procedimento di primo grado, ad affermare che il termine “clandestino” è utilizzato ampiamente nel linguaggio comune, ed è quindi “funzionale all’espressione di una posizione di critica politica” non nei confronti degli individui definiti “clandestini” ma nei riguardi di altri partiti politici.
La sentenza – La Corte d’Appello ha rigettato il ricorso del Carroccio, ribadendo (come già aveva fatto il giudice di primo grado) che non è “critica politica” definire “clandestini” persone che “clandestine” non sono affatto.
Secondo i giudici infatti la parola “clandestino” individua la posizione di chi fa ingresso o si trattiene nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni normative che regolano l’immigrazione”, “nella pendenza del procedimento di valutazione della domanda di protezione internazionale il cittadino straniero non può ritenersi ‘clandestino’, poiché si trova nella posizione di chi esercita un diritto costituzionalmente tutelato“.
E infatti, si legge ancora nella sentenza, “in tale situazione è rilasciato allo straniero dalla Questura un permesso di soggiorno per ‘richiesta asilo’, grazie al quale può essere svolta regolare attività lavorativa”.
La Lega aveva provato anche a richiamare le statistiche secondo cui la maggioranza di chi richiede l’asilo non lo otterrebbe: ma i giudici hanno respinto anche questo argomento.
Ed infine, la libertà di manifestazione del proprio pensiero politico è ovviamente tutelata dalla Costituzione ma, sempre secondo la sentenza, “anche l’espressione di un’opinione ‘politica’, pur rappresentando estrinsecazione del diritto costituzionalmente garantito alla libera manifestazione del pensiero, deve essere necessariamente bilanciata con il rispetto e la tutela della dignità delle persone alle quali è fatto riferimento, il che nel caso in esame non è avvenuto, risultando sussistente la responsabilità per la ravvisata condotta discriminatoria”.
I giudici d’Appello hanno quindi confermato il risarcimento di 5 mila euro per ciascuna delle due associazioni che avevano proposto l’azione (Associazione studi giuridici sull’immigrazione e Naga) e la pubblicazione a pagamento del dispositivo della sentenza su Il Saronno e sul Corriere della Sera, nonché sulle home page dei siti web della Lega nazionale e della Lega saronnese