La Francia ha ancora 300 testate nucleari, una forza di fuoco che già oggi è “un deterrente” contro le minacce globali poiché “rafforza la sicurezza dell’Europa”. E sulla quale si puo’ costruire una vera difesa comune dell’Ue. E’ il messaggio lanciato dal presidente francese Emmanuel Macron durante un intervento alla Scuola militare di Parigi. Parole che confermano le aspirazioni della Francia di diventare la guida di un eventuale futuro esercito europeo, capace di emanciparsi dalla Nato (da lui stesso definita di recente “in stato di morte cerebrale”) e dagli Stati Uniti.
La cooperazione militare dei Paesi Ue – A oggi, pero’, il sogno di una difesa comune dei Paesi Ue ha ancora tanta strada da fare. Sotto l’allora Alto rappresentante Federica Mogherini, il Consiglio degli Stati membri ha avviato una serie di progetti di cooperazione militare che dovrebbero fungere da base per una maggiore integrazione dei sistema di difesa dei Paesi Ue. Il grande oppositore di questo processo, il Regno Unito, ha ormai abbandonato il Blocco. E Parigi vuole cogliere l’occasione per prendere le redini dell’Unione in campo militare. Ricordando a tutti il peso del suo arsenale nucleare.
L’arsenale di Parigi – La Francia, ha detto Macron, “ha un bilancio unico al mondo, conforme alle sue responsabilità ed interessi, avendo smantellato in modo irreversibile la sua componente nucleare terrestre, le sue installazioni di test nucleari, quelle per la produzione di materie fissili per armamenti, e ridotto la dimensione del suo arsenale, oggi inferiore a 300 armi nucleari”. Ma per quanto ridotto rispetto al passato, questo arsenale “svolge un ruolo dissuasivo in Europa, rafforza la sicurezza dell’Europa attraverso la sua mera esistenza e in questo senso ha una dimensione autenticamente europea”.
Il sogno di un esercito europeo – Da qui, la proposta agli altri Stati Ue di impegnarsi, in “un dialogo strategico” sul “ruolo della dissuasione nucleare francese” nella sicurezza dell’Europa. “I partner europei che auspicano di impegnarsi su questa strada – ha detto il presidente francese – potranno essere associati agli esercizi delle forze francesi di dissuasione. Questo dialogo strategico e questi scambi faranno naturalmente parte dello sviluppo di una vera cultura strategica fra europei”. Termini diplomatici dietro i quali in molti vedono per l’appunto il sogno di un esercito europeo a guida transalpina.
Emanciparsi dagli Usa – Le ragioni di un progetto di questo tipo sono tante. Ma una in particolare ha un nome ben preciso: Stati Uniti. Anche se non cita espressamente gli Usa, il riferimento è chiaro quando parla dei rischi connessi a una nuova corsa agli armamenti, che il presidente Donald Trump, come del resto il suo predecessore Barcak Obama, ha più volte sollecitato in sede Nato rivolgendosi ai Paesi Ue.
Gli europei, ha avvisato Macron, “non possono rintanarsi in un ruolo di spettatori” di fronte alla corsa agli armamenti nucleari di cui il Vecchio continente rischia di essere di nuovo teatro. Per il capo dell’Eliseo, “gli europei devono prendere coscienza collettivamente che, in mancanza di un quadro giuridico, possono trovarsi rapidamente esposti alla ripresa di una corsa agli armamenti convenzionali o nucleari sul loro territorio”. “La Francia – ha detto Macron – è convinta che la sicurezza a lungo termine dell’Europa passi per un’alleanza forte con gli Stati Uniti. Ma la nostra sicurezza passa anche, inevitabilmente, da una maggior capacità di azione autonoma degli europei”.
E l’Italia? – Proprio per costruire questa autonomia, la Francia ha avviato già da tempo un coordinamento con altri 10 Paesi europei, tra cui la Germania. L’ex ministra della Difesa di Berlino, Ursula von der Leyen, è oggi la presidente della Commissione Ue e sembra appoggiare le mire di Macron. Di diverso avviso l’Italia, da sempre il Paese Ue più legato agli Usa in campo militare. Non a caso, Roma è l’unico Stato membro di peso che non ha preso parte al coordinamento di Macron.