di Mauro Indelicato – Accade sull’isola di Lesbo, soprannominata la “Lampedusa greca”. Si tratta infatti del primo punto di approdo dei migranti provenienti dalla Turchia, nonché centro in cui il governo di Atene trattiene coloro che sbarcano e che presentano domanda di asilo. La situazione sembra degenerare giorno dopo giorno e se n’è avuta una dimostrazione tra martedì, quando a Lesbo decine di migranti sono scesi in strada per protestare per chiedere di essere trasferiti da altre parti. […]
La protesta dei migranti è degenerata pesantemente: alcuni di loro hanno provato a raggiungere il paese di Lesbo, testimoni raccontano di lanci di pietre contro la polizia e slogan contro gli abitanti locali. Da Atene erano già arrivati alcuni reparti antisommossa, altri ne sono stati inviati nei giorni successivi. Per diverse ore, barricate lungo le strade e sassaiole contro le forze dell’ordine hanno costituito lo scenario in cui è andata avanti la quotidianità nella parte dell’isola vicina al campo profughi.
Il governatore delle isole del mar Egeo settentrionale, Konstantinos Moutzouris, ha chiesto al governo greco di dichiarare lo stato d’emergenza. Questo perché, secondo lo stesso governatore, quanto avvenuto martedì potrebbe rappresentare solo un’anticipazione di quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi.
I numeri forniti da Konstantinos Moutzouris appaiono del resto allarmanti: attualmente, nei campi delle isole dell’Egeo sono presenti 42mila migranti partiti dalla Turchia, distribuiti soprattutto tra Lesbo, Chios e Samos. Il vero problema al momento, è che il flusso appare inarrestabile: giorno dopo giorno, diversi barconi giungono sulle isole greche ingolfando ulteriormente la macchina dei soccorsi e dell’accoglienza. […]
Per adesso, il governo greco ha deciso di non dichiarare lo stato d’emergenza. Tuttavia, in parlamento nella giornata di ieri è stato votato un decreto che introduce alcune strette per le Ong impegnate nel mar Egeo. In particolare, tutte le organizzazioni adesso sono tenute ad avere un registro dei dipendenti ed a rendere maggiormente trasparente il proprio operato.