Il premier Conte? “Ha dimostrato qualità e forza staccandosi da Salvini”. Il suo discorso in Parlamento con il leader della Lega al fianco? “Fu memorabile e di carattere”, anche se, certo, oggi “rimane l’ombra del precedente collaborazionismo al sovranismo” e non si capisce invece che “che si tratta di un sovranismo pericoloso e malato, fino al punto, come ha detto Francesco, di richiamare alla memoria espressioni e parole usate dal nazismo”. Lo sostiene in un’intervista a la Repubblica il padre gesuita Bartolomeo Sorge, ex direttore di Civiltà Cattolica che negli Anni Ottanta fu tra gli animatori della Primavera di Palermo contro la mafia.
Secondo Sorge, più che a Salvini “i cattolici devono guardare a sé stessi” perché “l’epoca delle grandi ideologie è finita” e personaggi come “De Gasperi, Moro, sono figure ideali, ma non riproducibili”. Quindi non si deve più parlare di “politica dei cattolici”, ma di “buona politica” secondo il padre gesuita. Eppure, osserva la Repubblica, come dimostrano i flussi elettorali molti voti di cattolici vanno proprio a Salvini.
Analizza Sorge: “Di fronte alla proposta dell’uomo forte che chiude i porti, che porta avanti una certa identità e che usa in modo strumentale anche la religione e i suoi simboli, molti credenti si illudono che l’unica salvezza sia dare a lui i ‘pieni poteri’” cosicché “per molti venuti meno i partiti ideologici, l’unica ‘speranza’ è affidarsi all’uomo forte, che, per di più, fa della fede cristiana uno scudo contro l’Islam”.
Secondo il gesuita, così facendo non capiscono che fanno il gioco “di un sovranismo pericoloso e malato”. “La Chiesa – dice Sorge – non ragiona più come nel passato” e il premier Conte potrà pure “continuare la sua stagione politica ottenendo anche i voti di molti credenti, ma non perché dall’alto la Chiesa decide che così debba essere” e in ogni caso il presidente del Consiglio “sta dando prova di buona capacità di mediazione e si sta liberando dell’ombra che si portava dietro”, cioè quella appunto del sovranismo. affaritaliani.it