Il virus peggiore: quello della demagogia

In mare o in terra, ogni ora e ogni giorno, viviamo sotto il segno di tempi difficili. Nelle nostre città lo spaccio di droga è un mercato a cielo aperto. Molti lo vedono e lo sanno. E sanno chi, quando e quanto. Le forze dell’ordine sono probabilmente insufficienti, in termini di organico, per fronteggiare il problema. Ma più stranieri irregolari si fanno entrare e più è probabile che aumenti la manovalanza delle mafie nostrane e d’importazione.

La diffusione del consumo di droga genera danni incalcolabili e morte soprattutto fra i giovani. Ne risponda il governo e chi lo sostiene. Le azioni clamorose di Brumotti e Salvini, scuotono le coscienze ( o disturbano) solo a livello della pubblica opinione , ma poco o nulla ottengono da un sistema politico e di potere che ha riaperto ad un incontrollato afflusso di clandestini e migranti. Apparentemente sottovalutando, per di più, i rischi aggiuntivi della nuova grave epidemia di “corona virus”, che si sovrappone ad altri problemi irrisolti.

In tutto il mondo si attuano misure eccezionali, temporanee ma non a breve termine, di limitazione dei transiti in entrata e in uscita fra stati per il nuovo pericolo sanitario. Dai noi lo slogan demagogico dei “porti aperti”, ottuso e sordo a qualsiasi istanza politicamente difforme dall’ “immigrazionismo ad ogni costo”, e a prescindere dalle effettive esigenze umanitarie , evoca purtroppo immagini sinistre di fatti reali , ormai immodificabili. Ragazze e ragazzi tossicodipendenti, hanno perso la vita per le scelte demagogiche e criminali di politicanti impuniti. Ribelliamoci a scelte di governo che ci riducono allo stato di vittime e complici di una rovina collettiva.

La probabile prossima diffusione del “corona virus” in Africa, anche in conseguenza della locale massiccia presenza cinese, minaccia quel continente nel quale i servizi sanitari sono in vaste aree assolutamente inadeguati. Al rischio di una “BOMBA SANITARIA” incombente su quelle popolazioni inevitabilmente si connette il problema delle migrazioni africane verso l’Europa, attuate al di fuori di collegamenti marittimi e aerei regolari,già oggetto di interventi sanitari precauzionali.

Nell’interesse di tutti, migranti e non, l’esigenza di rigorose misure di prevenzione e di cura, non collimano con la demagogia dei “porti aperti” , in un momento in cui in tutto il mondo si deve purtroppo attuare una politica di chiusura di aeroporti, porti e frontiere terrestri . Ma mai come in questo caso la “chiusura” è segno ineludibile di cosciente e civile solidarietà emergenziale, reciproca tutela e collaborazione sanitaria e umanitaria, che ribadisce la falsità degli slogan sulla esaltazione delle “aperture” buone a prescindere e smaschera un virus peggiore : quello della demagogia. Lo stesso che ha favorito il diffondersi in Europa dell’islam radicale e sanguinario, col suo carico di feroce antisemitismo dogmatico, e connesse varie centinaia di vittime e di violenze,da un capo all’altro del continente.

L’apertura per il reciproco bene non è l’apertura suicida ad un male che ha ormai dimostrato quanto ci abbia nuociuto e quali tristi scenari lasci presagire per il futuro. (V.Z.)