Autista Tpl aggredito da passeggero ubriaco perde un occhio. Licenziato

Dopo il danno è arrivata anche la beffa per l’autista di un bus Roma Tpl. Federico Maruca, 33 anni, l’uomo aggredito da un ubriaco a Rocca Cencia e rimasto quasi cieco da un occhi, è stato licenziato. L’azienda Autoservizi Troiani S.r.l. gcon una raccomandata gli ha comunicato la “risoluzione del rapporto di lavoro per giustificato motivo”, spiegandogli di aver preso la decisione a seguito delle certificazioni sulla sua non idoneità alla guida emersa dalle visite mediche, che hanno riscontrato danni permanenti.

Rimasto cieco ad un occhio – Dopo l’aggressione subita in servizio il 33enne aveva sperato fino all’ultimo di essere tutelato dalla società di trasporto pubblico locale per la quale lavora. Invece la stessa gli ha annunciato il licenziamento per giusta causa, in quanto considerato inabile al lavoro da due visite specialistiche. Sia il medico aziendale sia lo specialista dell’ente al quale si è rivolto lo stesso Maruca hanno decretato che il giovane non può tornare a guidare un autobus del Tpl come “operatore di esercizio” e quindi, essendo stato assunto per questo nel maggio 2013, deve essere licenziato. “Peccato – spiega il conducente 33enne – che ho perso un occhio perché aggredito in servizio da un passeggero ubriaco”.

“Dopo che ho inviato la documentazione relativa alle mie condizioni di salute con la richiesta di tornare al lavoro coprendo altre mansioni data la mia non idoneità per infortunio – rivela Maruca – l’azienda mi ha risposto di non capire il nesso tra infortunio e non idoneità. Mi ha liquidato dicendomi che tutti i sui dipendenti che risultano non idonei vengono licenziati. Lo trovo ingiusto. Nel mio caso infatti non si tratta di un licenziamento per giusta causa ma di un infortunio che è subentrato mentre stavo svolgendo il mio lavoro”, lamenta l’ex autista.

Non è più abile al lavoro – Inoltre nelle due pagine della lettera di licenziamento non si fa alcun cenno ai motivi dell’infortunio capitato al 33enne. “Come se non fosse quello ad avermi creato problemi alla vista, tali che l’Inail mi ha riconosciuto il 25 per cento di invalidità. Ho ottenuto un’indennità fissa, visto che il danno è permanente, non so ancora a quanto ammonta, ma io voglio lavorare. E anche se dall’occhio sinistro vedo pochissimo e ho ancora la patente di guida, sebbene con il divieto di condurre mezzi con passeggeri a bordo, posso lavorare ancora. E anzi, ho bisogno di farlo”, racconta il giovane.

La buonuscita – Il 7 gennaio scorso all’Ispettorato territoriale del lavoro – rivela ancora al Corriere.it – si sono incontrati gli avvocati, il mio e quello della Troiani, ma loro hanno offerto solo otto mensilità come buonuscita, appena diecimila euro per nove anni di lavoro, visto che io ero arrivato dalla Sira, dove ero stato assunto nel 2011 e poi inglobato nella Troiani, escluso il trattamento di fine rapporto che chissà quando pagheranno. In teoria avrebbero sessanta giorni di tempo, ma temo di dover ricorrere al giudice anche in questo caso, come pure per farmi riconoscere dall’Inail una percentuale più alta di invalidità.

Una speranza per Federico – Federico trova molto ingiusto quello che l’azienda gli sta facendo. “Non mi sono fatto male da solo a casa – racconta ancora al Corriere.it – ma ho pensato, quel giorno dell’ottobre 2017 a Rocca Cencia, di mettere in sicurezza gli altri viaggiatori da una persona violenta e fuori controllo, che mi ha fatto sbattere la testa, provocandomi gravi danni all’occhio sinistro”. Ora la speranza di Maruca, sposato e padre di due bambine, di 18 mesi e sette anni, è quella che il Comune intervenga, “come aveva promesso qualche tempo fa vice assessore alla Mobilità che mi ha contattato dicendo che vorrebbe parlarmi, speriamo che si risolva qualcosa perché credo di aver subito una grossa ingiustizia”.

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