di Mauro Indelicato – Un sentiero di campagna sullo sfondo, un prigioniero con la tuta rossa e lo sguardo perso nel vuoto, dietro di lui una persona armata pronta, dopo un orribile proclama contro i cristiani, ad ucciderlo. Quella persona però, ed è questo l’aspetto più atroce del già agghiacciante video diffuso nelle scorse ore, è solo un bambino di 8 anni. È lui a scandire minacce contro tutti gli “infedeli”, è lui a leggere un delirante messaggio che sancisce la condanna a morte del ragazzo costretto ad ascoltare gli assurdi motivi per i quali la sua vita deve essere, da lì a breve, troncata prematuramente.
Sono immagini agghiaccianti quelle arrivate dalla Nigeria, nazione dove il fondamentalismo islamico è sempre più in ascesa, specialmente nel nord del paese. Qui il fanatismo viene incentivato dal proselitismo del gruppo Boko Haram, dal 2015 legato a doppio filo all’Isis.
La sua cellula più vicina allo Stato Islamico, ossia quella tristemente nota con la sigla Iswap, da anni uccide indiscriminatamente i cristiani. Incursioni armate in piena notte oppure singoli rapimenti, chi non è musulmani viene torturato e successivamente condannato a morte.
Il giovane ucciso si chiamava Dalep, frequentava il secondo anno di università nella facoltà di biologia di Maiduguri. Il 9 gennaio scorso, questo ragazzo stava tranquillamente percorrendo l’autostrada che conduce proprio nella città dove teneva i suoi studi. Come milioni di ragazzi in tutto il mondo, dopo il periodo di vacanze natalizie stava tornando nella sede universitaria.
Un commando però ha bloccato la sua auto e, dopo aver accertato che si trattasse di un cristiano, è stato quindi rapito. Di lui si sono perse le tracce per diversi giorni, fino a quando poi nelle scorse ore è apparso legato e vestito con la classica tuta dei “condannati” di Boko Haram nel video dell’orrore. […]