“Questo non è Sanremo, è Sanschifo”

Un altro caso politico travolge il Festival di Sanremo. Junior Cally, il rapper mascherato, presenterà sul palco dell’Ariston il brano No grazie, preannunciato manifesto anti-populista e anti-sovranista, e il riferimento a “razzismo e mojito” è uno schiaffo bello e buono a Matteo Salvini, vero bersaglio della reprimenda dell’artista. Ora però dal suo recente passato spunta una pagina piuttosto imbarazzante. Sì, perché il futuro paladino del politicamente corretto e del buonismo progressista nel 2017 cantava nel brano Strega, ispirata al femminicidio, versi crudi come questi: “Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la tr*** / L’ho ammazzata“.

Lui ora si difende (“Il rap è finzione, non è il mio pensiero”), ma il confine tra l’arte e l’occhiolino strizzato ai più giovani è molto labile.

E Lucia Borgonzoni, candidata della Lega in Emilia Romagna, lo travolge: “Questo non è Sanremo , è Sanschifo”, scrive su Facebook, condividendo le immagini sconcertanti di quel video e parlando di “uno schiaffo alle vittime e alle loro famiglie, al dolore, alle sofferenze inaudite delle donne sfregiate e violentate, un insulto senza precedenti a chi si è visto uccidere una figlia, una sorella, una compagna”. “Uno che incita al femminicidio, allo stupro, alla violenza non può esibirsi tra i big del festival nazional-popolare più famoso del Paese davanti a un pubblico di famiglie, giovani e bambini. È indegno”, accusa ancora la Borgonzoni. Quella, conclude, “non è arte. È schifo, violenza, aberrazione”.  liberoquotidiano.it