Diffida della Democrazia Cristiana a chiunque usi la sua denominazione e simbolo

Comunicato stampa

Roma 18 gennaio 2020 – Alla luce dell’incontro promosso da Rotondi e Cesa, che si è svolto oggi a Roma, sulla nascita di una fantomatica rinnovata “Democrazia cristiana” denominata Partito del Popolo Italiano o Partito Popolare Italiano (PPI) con il simbolo dello scudocrociato, “la DEMOCRAZIA CRISTIANA, quella vera, storica e legittimata da sentenze passate in giudicato dalla Corte di Cassazione – attraverso una nota stampa del portavoceDIFFIDA , sia singoli soggetti che formazioni politiche che si sono indebitamente e illegittimamente appropriate della denominazione “Democrazia Cristiana” (DC) e del simbolo dello scudo crociato in quanto sono il nome e il simbolo di un soggetto giuridico che non è MAI stato estinto, come da Sentenza n.1305 del 2009, della Corte di Appello di Roma con passato in giudicato a seguito di Sentenza n. 25999/10 delle Sezioni Unite della Cassazione, la quale ha statuito che la DEMOCRAZIA CRISTIANA è rimasta in vita negli e con gli iscritti del 1993, anno dell’ultimo tesseramento.

Ed è proprio sulla base di detta Sentenza – continua il comunicato – che gli iscritti del 1993, previa convocazione pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, si sono riuniti in Assemblea Costituente il 12 ottobre 2019, ridando vita alla DEMOCRAZIA CRISTIANA storica ed eleggendo le cariche di vertice. La Corte di Appello di Roma infatti, con passato in giudicato a seguito di sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione, ha statuito che sia il partito politico della “Democrazia Cristiana”, in giudizio nella persona di Angelo Sandri, qualificatosi segretario politico nazionale, sia l’Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro (UDC), sia il Centro Cristiano Democratici (CCD), sia i Cristiani Democratici Uniti (CDU), sia il Partito Popolare Italiano (PPI), non possono essere identificati con la DEMOCRAZIA CRISTIANA “storica”, data la sopravvivenza di questa negli iscritti del 1993.

Ma – fa notare il portavoce della DC – nonostante il suddetto giudicato e nonostante l’Assemblea Costituente abbia trovato continuità sulla base di un percorso giuridico suggerito dalle sentenze suindicate, le suddette formazioni politiche insistono nel qualificarsi “Democrazia Cristiana” e/ o usare il simbolo dello scudo crociato: una di queste è la formazione politica facente capo prima a Gianni Fontana e ora a Renato Grassi, Rotondi e Cesa che si è riunita oggi e l’altra è l’Associazione politica di Angelo Sandri.

Per quanto riguarda la formazione politica del Grassi, Rotondi e Cesa (dell’incontro di oggi), l’identificabilità della sua formazione politica con la DEMOCRAZIA CRISTIANA è stata esclusa da due Sentenze passate in giudicato, entrambe del Tribunale di Roma, Sez. terza Civile; dalla Sentenza del Consiglio di Stato, Sez. terza; dalla decisione del 12 aprile 2019 dello Ufficio Elettorale della Corte di Cassazione. Ma, nonostante questa non potesse qualificarsi legittimamente come “Democrazia Cristiana”, non solo ha proceduto ugualmente al tesseramento, ma come abbiamo visto, illegittimamente, in barba alle sentenze e alla Diffida consegnate a tutte le Questure d’Italia, compresa quella di Roma, parla ancora di “Democrazia cristiana” e usa ugualmente il simbolo dello scudocrociato.

Per ciò che concerne invece l’Associazione di Angelo Sandri, che si proclama segretario politico della stessa, nonostante la Sentenza del Tribunale Civile di Roma confermata dalla Corte di Appello di Roma con Sentenza passata in giudicato a seguito di Sentenza della Corte di Cassazione del 2019, che ha dichiarato inammissibile il suo ricorso e malgrado gli fosse stato inibito di utilizzare la denominazione Democrazia Cristiana ed il relativo acronimo DC, continua ad utilizzare denominazione e simbolo della DEMOCRAZIA CRISTIANA e procedere al tesseramento.

“E’ lapalissiano – aggiunge infine – che la DEMOCRAZIA CRISTIANA ha subito e continua a subire un grave danno dall’operato di organismi e uomini che si sono rivelati non legittimati e da successive formazioni politiche che si erano proclamate “eredi” sulla base di presupposti che sono stati dichiarati inesistenti.”

In considerazione di quanto esposto, la DEMOCRAZIA CRISTIANA ha chiesto sia al Ministero dell’Interno che alla Camera dei Deputati, sia alle Prefetture che alle Questure territorialmente competenti di utilizzare i poteri loro ascritti perché prendano provvedimenti interdettivi, per rendere effettiva la inibizione giudiziale di tali illegittimi e illegali comportamenti.

“Questa situazione e queste iniziative – dice in conclusione – stanno generando non solo una gran confusione tra i cittadini, ma nuocciono gravemente alla credibilità della ricostituita DEMOCRAZIA CRISTIANA vera, storica, legittimata da sentenze della Corte di Cassazione che desidera essere presente sulla scena politica come un partito fatto di persone che desiderano operare con spirito di servizio per la realizzazione del bene comune, per migliorare la qualità della vita di ogni persona e per rendere la nostra società più equa, più aperta, più collaborativa e non ultimo, più libera.”

Il portavoce, Armando Manocchia