Lo Stato Islamico ha festeggiato la morte del generale iraniano Qassem Soleimani descrivendola come “un atto di intervento divino”.
(Agenzia Nova) – Lo Stato islamico ha rotto il silenzio sull’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani, capo della Forza Qods dei Guardiani della rivoluzione islamica, e del comandante iracheno delle Unità per la mobilitazione popolare (Pmu, milizie a maggioranza sciite) Abu Mahdi al Muhandis.
Il raid aereo statunitense condotto lo scorso 3 gennaio sull’aeroporto di Baghdad è “una benedizione di Dio”, si legge un articolo pubblicato sulla rivista jiahdista “Al Nabar”. I due esponenti sciiti, infatti, vengono accusati dalla rivista affiliata al sedicente “califfato” di aver perpetrato un “genocidio contro i sunniti in Iraq” e la loro morte indebolisce sia gli Stati Uniti che l’Iran.
La rivista traccia un parallelo tra la situazione attuale e le guerre tra le antiche civiltà di Roma e Persia, spiegando che il conflitto tra “i crociati” (Washington) e “gli eretici” (Teheran) porterà beneficio “ai mujaheddin” sunniti.