Rotondi: “Conte appoggi i Popolari. Porti eletti ed elettori dei 5 Stelle”

di Alberto MaggiL’appuntamento è per sabato 18 gennaio a Roma, quando la Democrazia Cristiana di Gianfranco Rotondi e l’Udc di Lorenzo Cesa riuniranno i popolari italiani nell’anniversario della dissoluzione della Democrazia Cristiana avvenuta il 18 gennaio del 1994.

Sarete all’interno del Centrodestra o alternativi alla coalizione guidata da Matteo Salvini?

“Il Centrodestra è ormai una formula astratta che appartiene a sistemi elettorali datati, dal Mattarellum al Porcellum passando per il Rosatellum”, spiega ad Affaritaliani.it Rotondi. “In Parlamento la riforma elettorale in discussione vede prevalere nettamente non le coalizioni ma il linguaggio del proporzionale. E quindi non ha senso dire esco o entro dal Centrodestra, ognuno resta dentro i confini della propria cultura. Meloni ad esempio definisce la propria cultura e la espone. E siccome sa che si va verso il proporzionale, nonostante si batta per il maggioritario, da politica brava e capace segna le differenze rispetto alla Lega e a Salvini. Un politico in gamba combatte con le leggi vigenti. Noi – spiega Rotondi – siamo ciò che resta e ciò che torna della Democrazia Cristiana. Sappiamo che è una strada tutta in salita ma faccio un esempio banale: ora mi trovo in un bar nel Milanese e in un tavolo ci sono seduti signori di una certa età che mi hanno riconosciuto dicendomi che sono democristiani e che vorrebbero votare qualcosa che assomiglia alla Dc. Sicuramente non ci mancano gli elettori”.

Forza Italia farà parte del vostro progetto? “Deciderà dopo, liberamente. Intendiamo continuare il rapporto con Silvio Berlusconi, noi non siamo mai stati di Forza Italia ma come Democrazia Cristiana e Udc siamo federati a FI. Ora con altre 36 sigle, alcune delle quali che nemmeno io conoscevo, vogliamo lavorare a una proposta politica e culturale forte e cioè il popolarismo. Naturalmente parleremo con Forza Italia e siamo convinti di poter raggiungere la doppia cifra”. Il nome? “Nessuna decisione in tal senso è stata ancora presa, il nostro è un cammino che ha come punto di riferimento la cultura popolare. Più che riproporre la Dc abbiamo pensato di riproporre il popolarismo, più antico ancora della Dc e che è una famiglia assolutamente moderna, la prima in Europa”.

I popolari sosterranno il governo Conte? “Nulla in politica è escluso, ma in queste condizioni non è all’ordine del giorno”, risponde Rotondi. “Sarebbe interessante se Conte sostenesse noi, d’altronde da intellettuale, come ha dimostrato di essere, dovrebbe applicarsi per fare in modo che i parlamentari del M5S evolvano dal populismo al popolarismo. In qualche modo possiamo dire che il popolarismo è il populismo che ha finito l’adolescenza. La nostra proposta è aperta anche agli elettori, e perché no, agli eletti dei 5 Stelle purché evolvano dal populismo al popolarismo. Di questa cultura ci sono tracce nel Centrosinistra e al governo, appunto con Conte che ha avuto molte riflessioni di ispirazione popolare. Ma tracce ci sono anche nella Lega. Ad esempio Giorgetti ma non solo, un mio iscritto del Veneto darebbe subito la tessera al Governatore Zaia. E anche Fontana in Lombardia è sicuramente un cattolico moderato. Poi Salvini fa la parodia del Pd, ma ormai è una nota stonata perfino nel suo mondo. Un leader moderato non insulta il Pontefice”.

Qualora i popolari dovessero essere determinanti per il governo, visto il sistema proporzionale, dareste il vostro sostegno a Conte o a Salvini?

“Il nostro appoggio andrebbe a chi è in sintonia con la politica popolare. Oggi il partito popolare è l’unico edificabile e state certi che a costruirlo dal 18 gennaio in poi non saremo soli, presto saremo in compagnia. Saranno Conte e Salvini a dover scegliere e a competere tra di loro per il nostro appoggio. Il futuro in Italia è popolare”, conclude Rotondi.

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