MONTENEGRO: legge contro la Chiesa Ortodossa Serba

Mons. Filippo Ortenzi –
Arcivescovo Metropolita della Chiesa Ortodossa Italiana

di monsignor Filippo Ortenzi

Fa discutere la legge del Governo Montenegrino, guidato dal Partito Democratico dei Socialisti (aderente all’Internazionale Socialista e nato dall’evoluzione della ex Lega dei Comunisti del Montenegro) ed appoggiato dal Partito Liberale e dal Partito Socialdemocratico che, di fatto, espropria Chiese e Monasteri attualmente utilizzati dalla Chiesa Ortodossa Serba. Il Governo di Milo Dukanovic (demosocialista ed ex comunista), che ha portato il Montenegro nella NATO e lo sta portando nell’Unione Europea, è noto soprattutto per la sua politica anti-serba.

I serbi, che rappresentano circa il 29% della popolazione (ma il serbo è parlato, come madrelingua dal 45% della stessa) sono osteggiati perché in maggioranza si sono opposti all’entrata del Montenegro nella NATo e non condividono la richiesta di adesione alla UE. Tale legge, definita paradossalmente per la libertà religiosa, pretende che per evitare la nazionalizzazione le Chiese debbono dimostrare di essere proprietari dell’immobile da prima del 1918, quando ancora esisteva il Regno del Montenegro (la figlia dell’ultimo Re fu la nostra Regina Elena), Regno successivamente assorbito in quello della Jugoslavia. Per evitare il dibattito parlamentere ed impedire l’ostruzionismo dei partiti serbi vicini alla Chiesa Ortodossa Serba, il Governo ha fatto arrestare 18 parlamentari del Fronte Democratico (Movimento per il Cambiamento e partiti filo-serbi), cosa mai avvenuta in uno stato che si definisce “democratico”.

Va evidenziato che su 620.000 abitanti i montenegrini rappresentano il 44,7% della popolazione ed i serbi il 29%, ai quali si aggiungono l’8,7% di bosgnacchi, il 4,9% di albanesi , l’1% di Rom e un 1% di croati e il resto popolazioni islamiche slave o altre minoranze come gli askali. Sono invece rimasti pochissimi (circa 500) i dalmati italiani della provincia di Cattaro (cd Albania Veneta) dove una volta rappresentavano la maggioranza della popolazione. Montenegrini e serbi sono per la stragrande maggioranza ortodossi (39% della Chiesa Ortodossa Serba e 34% della Chiesa Ortodossa Autocefala del Montenegro), mentre bosgnacchi, albanesi e una parte della popolazione montenegrina è di religione islamica (17,3%) per la quasi totalità sunnita, con una piccola presenza della confraternita sufi bektashi tra i musulmani albanesi. I cattolici rappresentano il 3,5% della popolazione, concentrati soprattutto sulla costa che ha fatto parte della Repubblica di Venezia per secoli e sono per lo più croati, i dalmati italiani e per il resto soprattutto albanesi e montenegrini. Tra cattolici ed ortodossi montenegrini da secoli c’è sempre stata una pacifica convivenza, tanto che nei paesi costieri non è infrequente trovare delle Chiese con due altari, uno per la comunità cattolica ed un altro per quella ortodossa, cosa che generalmente non esiste negli altri paesi.

Il Montenegro aveva, fino alla fine del Regno del Montenegro, una Chiesa Autocefa che, però, venne soppressa quando entrò a far parte della Jugoslavia e fatta confluire in qualla serba. Come ortodossi italiani rinosciamo ad ogni nazionalità il diritto ad avere una Chiesa autocefala ma tale diritto non può essere negato neppure ai numerosi fedeli della Chiesa Ortodossa Serba, che rappresenta la maggiore realtà religiosa del Montenegro. E l’Unione Europea, dovrebbe varare una Direttiva sulla Libertà di Religione ed intervenire su suprusi che vengono effettuati, per ragioni politiche sia nei paesi dell’Unione che in quelli che aspirano a farne parte.

La notizia di quanto avvenuto in Montenegro è stata silenziata, salvo rare eccezioni (ad es. il quotidiano online Imola Oggi), dalla Stampa italiana, non vorremmo perché il governo albanese essendo formato da ex comunisti, filo-atlantici ed europeisti, goda della simpatia del giornalismo maggioritario (laico, di sinistra o, al più, catto-comunista) italiani anche quando varano delle norme controverse.

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