Crac Banca Etruria: 14 a processo, anche il padre della Boschi

La Procura di Arezzo ha disposto la citazione diretta a giudizio per il reato di bancarotta colposa per presunte omissioni di controllo su consulenze a carico di 14 tra ex dirigenti ed consiglieri dell’ultimo cda di Banca Etruria. Tra coloro che andranno a processo davanti al giudice monocratico del Tribunale aretino c’è anche l’ex vice presidente dell’istituto di credito aretino Pierluigi Boschi, padre dell’ex ministra Maria Elena. E’ la prima volta che Boschi finisce a processo per il crac di Banca Etruria.

Il nuovo processo, che si aggiunge ai procedimenti già in corso per altri filoni di indagine sviluppati dal pool della Procura, riguarda le consulenze affidate a importanti società per trovare un partner a Banca Etruria e scongiurare così il fallimento. Per i pubblici ministeri anche queste consulenze avrebbero contribuito al crac. Il nuovo filone è autonomo rispetto al maxi processo per bancarotta già in corso e che vede 25 imputati. Secondo la Procura gli ex manager e gli ex consiglieri di amministrazione citati a giudizio non avrebbero vigilato sul lavoro effettivo svolto dai consulenti e che si sarebbe in definitiva rivelato in gran parte inutile e ripetitivo.

La citazione a giudizio diretto, senza cioè il passaggio dell’udienza preliminare, ai 14 imputati di bancarotta colposa è stata notificata oggi. Tra le consulenze contestate dalla Procura ci sono i quattro milioni di euro pagati dal cda di Banca Etruria per gli incarichi affidati a grandi società (Mediobanca e Bain) e importanti studi legali (Grande Stevens di Torino e Zoppini di Roma). Queste consulenze che i pm ritengono in gran parte inutili e ripetitive avrebbero contribuito all’aggravamento del dissesto dell’istituto di credito di Arezzo, all’epoca presieduto da Lorenzo Rosi.  ADNKRONOS

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