Le grandi dinamiche storiche attraversano i secoli senza che i protagonisti contingenti ne abbiano piena consapevolezza. È stato così per il tramonto delle città stato della Grecia classica, per la fine dell’Impero Romano, per il superamento del feudalesimo e delle signorie. Ora siamo ancora nella fase degli Stati nazionali , seppur in una epoca tarda di tale assetto, nato dal superamento definitivo post feudale degli equilibri imperiali romani e dall’assurgere di più centri di potere fondati su case regnanti distinte e in progressione temporale sull’autodeterminazione dei popoli , sul suffraggio elettorale tendente all’universalismo e sul principio della totale autonomia monetaria, militare e normativa.
Con il crollo degli Imperi asburgico ed ottomano nel 1918, l’era degli Stati nazionali è giunta al suo apogeo a livello tendenzialmente planetario. Tale assetto è durato fino all’avvento della globalizzazione. Con tale fatto di portata storica la velocizzazione delle transazioni di ogni genere supportata dalla rivoluzione informatica, ha portato alla finanziarizzazione dell’economia reale con la progressiva estinzione di forme di ancoraggio all’Oro o alla produzione industriale localizzata dell’economia. Ciò ha indebolito in misura notevole il sistema degli Stati e le possibilità operative se non strategiche della politica ed in ultima analisi tende a mettere in seria discussione la stessa forma politica democratica.
La logica del sistema prescinde totalmente dagli Stati nazionali e dalle loro leggi e da forme decisionali democratiche e collettive. Questo processo è molto potente nelle megalopoli tipo Londra o Parigi che infatti si stanno politicamente in certa misura scollando dal resto dei rispettivi paesi. Ma è generalizzato.
La globalizzazione porta con sé una seria e grave messa in discussione del principio democratico fondato su rappresentanza e suffragio universale. I “dioscuri” del nuovo ordine finanziario e tecnocratico fondato su complesse intermediazioni immateriali del tutto svincolatoe dalle singole nazioni , mal digeriscono “i rituali democratico assembleari “! La loro visione in stile Ceo Capitalism non permette di tergiversare di fronte ad un ordine impartito dalle “alte sfere ” , alias oligarchia ovvero Élite!
Il “popolazzo “deve seguire in fila per tre e neppure fare troppe domande! In questo modo la fine degli Stati Nazionali e della Democrazia è dietro l’angolo e la Cina del despota a vita di recente addirittura auto costituzionalizzato c’è lo dimostra benissimo! Pertanto difendere i vecchi cari Stati Nazionali significa salvare in un sol colpo l’Europa, l’Italia e la nostra economia mai così in bilico come in questa drammatica fase!
Francesco Squillante