PALERMO, 24 DIC – “E’ stato dato un riconoscimento al modo in cui Palermo, e direi anche la Sicilia in generale, ha affrontato il tema dell’inclusione e dell’integrazione”. Così Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Unesco Sicilia, ha giudicato l’ammissione di Palermo alla rete Eccar delle città antirazziste. (Eccar: European Coalition of Cities against Racism)
“Da tempo – aggiunge – Palermo va voltato le spalle a una certa cultura che punta invece alla discriminazione e all’esclusione. Sono due elementi, quelli della discriminazione e dell’esclusione, che minano le fondamenta di una società fermamente intenzionata a essere coesa, libera e inclusiva. L’impegno contro la discriminazione va inteso naturalmente in senso largo e comprende le donne, il sesso, la religione”.
In questo riconoscimento c’è, secondo Angelini, un filo che lo collega a quello di “Learning city”.
“Palermo – aggiunge – vanta una forte propensione a iniziative che la qualificano come città che svolge funzioni educative anche al di fuori delle istituzioni formali. E sono iniziative che mirano a educare i cittadini in senso civico, a essere comunità, a partecipare alla vita sociale e ai cambiamenti che la società richiede, a vitalizzare l’apprendimento. Questa vocazione si collega a un’iniziativa di qualche decennio fa, la scuola adotta un monumento, che coglieva il profondo legame di Palermo con il suo patrimonio”. (ANSA).