Luigi di Maio non si fida più dei gruppi parlamentari. E vuole una Stasi (la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania dell’Est) grillina per scovare deputati e senatori ribelli. Lo scrive l’edizione on line del Giornale di sabato 21 dicembre.
Nel primo incontro (domenica 15 dicembre al Tempio di Adriano di Roma) a porte chiuse con i facilitatori, il ministro degli Esteri consegna un messaggio: “Aiutatemi a beccare i traditori. Segnalatemi i parlamentari riottosi”. Più che una strategia di rilancio del Movimento, Di Maio assegna ai facilitatori (più della metà sono fedelissimi e arrivano dalla Campania) un altro compito: monitorare, controllare, e seguire presunti ribelli. Realizzare report settimanali. Raccogliere gli sfoghi dei dissidenti. Con l’obiettivo di anticipare le punizioni. E dunque le espulsioni.
Il team del futuro, la struttura che dovrà affiancare il capo politico dei Cinque stelle nella nuova fase del Movimento, rischia di trasformarsi in un Grande Fratello: un gruppo di spie a caccia di ribelli. La priorità per Di Maio non è fermare l’emorragia di parlamentari tra Palazzo Madama e Montecitorio. Ma mettere alla porta i contestatori.
Oggi è in programma il secondo vertice tra Di Maio e i 18 facilitatori che costituiscono la nuova organizzazione del Movimento. L’appuntamento è a Roma. Pranzo e pomeriggio insieme, sarebbe il programma. Ma il luogo, ad ora, resta top secret. Una riunione per fare un primo bilancio sull’attività investigativa dei facilitatori. Mentre a gennaio saranno scelti i facilitatori regionali. Più viene meno il controllo sulla pattuglia parlamentare, più si indebolisce la leadership di Di Maio.