di Mariana di Piazza – Squadre di specialisti per valutare l’età dei migranti richiedenti asilo non accompagnati da adulti. In questo modo il Friuli Venezia Giulia vuole combattere le truffe dei cosiddetti Msna (minori stranieri con accompagnati). “La Regione metterà in campo squadre di specialisti che, su esplicita richiesta da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, stabiliranno con esattezza l’età dei migranti non accompagnati da adulti, sprovvisti di documenti, che si sono dichiarati minorenni”, hanno annunciato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il suo vice Riccardo Riccardi.
IlGiornale.it aveva documentato la truffa dei migranti minori proprio nella Regione che confina con la Slovenia (guarda il reportage). Erano stati alcuni richiedenti asilo a spiegare che tra loro, in strutture che costano dai 70 ai 100 euro al giorno per migrante, si nascondono finti 17enni: “Alcuni di loro non hanno i capelli”, “C’è chi ha almeno 35 anni”, ci avevano raccontato.
“Ci sono casi eclatanti – aveva spiegato Antonio Calligaris, consigliere regionale Lega in Fvg -. Pakistani e Afghani si dichiarano minorenni ma, molto spesso, sono dei palesi 40enni”. Ma, avevamo scoperto, dei 498 Msna registrati nel terzo trimestre del 2018 in Friuli Venezia Giulia, il 93,8% ha tra i 16 e i 17 anni.
Così è nata l’idea dei “team multidisciplinari, uno per ognuno dei quattro territori di riferimento delle Prefetture. Saranno composti da professionisti del servizio sanitario regionale: un assistente sociale, un pediatra con competenze auxologiche, un neuropsichiatra infantile o uno psicologo dell’età evolutiva, un mediatore culturale e un case manager”, ha dichiarato Fedriga.
“Con questa sperimentazione – hanno evidenziato governatore e vice -, la Regione vuole aiutare le Prefetture ad avere un quadro dettagliato delle persone che entrano e chiedono asilo nel nostro territorio”. Non si tratta solo di sicurezza. Tutto ciò ha anche un’importante ricaduta economica. Per i minorenni infatti sono previste tutele (e quindi spese) maggiori rispetto agli adulti. Le strutture costano il doppio per chi è sotto alla soglia della maggiore età e il tutto va ad appesantire “i bilanci dei Comuni ospitanti”. Si tira quindi un freno all’inserimento “sregolato” nelle strutture di accoglienza di tutti quelli che si presentano in Italia. “Non è tollerabile – hanno tuonato – che alcuni si approfittino della situazione e godano di trattamenti che non spettano loro”. La truffa dei finiti giovani ha le ore contate.