Dopo il rientro dal ponte dell’Immacolata, il lunedì «nero» dei Pronto soccorso. Ieri nelle 48 strutture d’emergenza laziali, alle 16, c’erano 2065 pazienti, di cui circa la metà in attesa: 447 aspettavano il trattamento sanitario e 437 il posto letto per il ricovero o l’ambulanza per il trasferimento in altra struttura. Ma i parcheggi dei Pronto Soccorso, soprattutto a Roma, erano pieni di ambulanze sin dalla notte di domenica: ieri pomeriggio se ne contavano una sessantina tra quelle del 118 paralizzate per lunghe ore dal blocco-barella, ossia la mancata restituzione della lettiga a causa della carenza di posti letto disponibili nei Ps.
Un fenomeno ricorrente questo dell’«attivazione di ambulanze cosiddette a spot, per la parte generata dal fermo mezzi nei Pronti Soccorso degli ospedali laziali»: lo scorso anno è costata 6 milioni e 394 mila euro, pari ad una media di 17 mila e 517 euro al giorno, come quantificato dalla stessa Ares 118 nel suo bilancio consuntivo. «Noi siamo qui dalle 9,30 di stamattina», sbuffa uno degli operatori sanitari in attesa davanti al Vannini, dove si contano 9 ambulanze in fila.
«Stessa situazione segnalano i colleghi che sono in attesa davanti a Tor Vergata con 12 ambulanze, Sant’Andrea con 8, Umberto I con 7 e San Giovanni e San Camillo con 6». Proprio nel Pronto soccorso di Circonvallazione Gianicolense ieri c’erano 105 persone, di cui 56 in attesa di trasferimento o ricovero, il numero più alto (seguito dai 46 che aspettavano un letto all’Umberto I e dai 37 a Tor Vergata). E al San Camillo…