La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro indagati che, il 25 aprile 2018, si erano scagliati contro la Brigata ebraica, durante il corteo in memoria della Liberazione. Il capo del pool antiterrorismo di Milano e il pm hanno contestato l’aggravante dell’odio razziale. Quattro gli indagati rinviati a giudizio l’accusa dell’odio razziale, mentre a un quinto membro del gruppo non è stata contestata l’aggravante.
Nel gruppo di antagonisti c’era anche Claudio Latino, arrestato già nel 2007, nell’ambito dell’operazione “Tramonto”, sulle nuove Brigate rosse. Latino e un altro indagato sono accusati, secondo quanto riporta AdnKronos,
[su_heading size=”16″]di minacce con “finalità di odio etnico e razziale”: durante il corteo, al passaggio della Brigata ebraica, i due avevano fatto il “gesto dello sgozzamento”, minacciando i manifestanti. Uno di loro, inoltre, avrebbe simulato “la sventagliata di una mitragliatrice”.[/su_heading]
Gli altri due indagati, invece, avrebbero lanciato una bottiglietta d’acqua contro i manifestanti. Il quinto indagato, cui non è stata contestata l’aggravante dell’odio razziale, è accusato di resistenza a pubblico ufficiale, perché aveva colpito un agente con una canna da pesca, mentre partecipava allo stesso corteo ne Fronte palestinese.
Il presidente della Comunità ebraica di Roma ha definito la sentenza un “segnale importante, perché riconosce che l’odio antisemita si esplicita in forme differenti”. Poi, ha aggiunto, parlando con Adkronos: “Insultare gli ebrei, nascondendosi dietro alla politica internazionale, come riconosciuto dalla definizione dell’Ihra, è una formula di odio antiebraico”. […] www.ilgiornale.it
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