Gettano i documenti nel bosco per essere accolti in Italia. Che in frequenti casi i profughi in arrivo in Italia dalla rotta balcanica fossero già inquadrati in sistemi d’accoglienza di Croazia, Bosnia o Grecia e poi disfacessero della documentazione oltre dei vestiti comprovanti il lungo viaggio, si è parlato molto spesso sui media
Lo ha rilevato il Tg di Telequattro che lo ha dimostrato con i fatti. Sono infatti stati trovati due tessere di riconoscimento accanto a vestiti e sacchi a pelo abbandonati sul Carso.
Più precisamente, il primo è un tesserino che viene rilasciato dalla Croazia ai richiedenti asilo, con tanto di numero di serie, data e luogo di nascita mentre il secondo è un documento identificativo del Temporary Reception Centre (TRC Bira), assegnato a quanti entrano nel sistema di accoglienza dei rifugiati della Bosnia, nel sito creato su indicazione dell’agenzia della Nazioni Unite sotto l’egida dell’Iom, l’organizzazione internazionale delle migrazioni.
Qualora i migranti venissero trovati in possesso di documenti del genere, scatterebbe l’immediato rimpatrio nei due Paesi che li hanno presi in carico per primi. Diversamente i due possono far valere il suolo italiano come primo punito per entrare nel sistema.
Ciò viene rimarcato dal fatto di aver utilizzato vestiti completamente puliti, da quanto filtrerebbe da fonti investigative, recapitati ad hoc dai passeur quando vengono portati a destinazione, nonché dall’accortezza di eliminare zaini, sacchi a pelo e eventuali titoli comprovanti il passaggio dai Balcani, come scontrini, ricette e blister di medicinali in quanto scritti nella lingua dove sono stati fatti gli acquisti (www.triestecafe.it)