No Tav violenti vogliono in galera il piddino che li denuncia. E M5s li difende

Dalla parte dei NoTav. Persino quando sfasciano, distruggono, picchiano. I Cinquestelle sono impazziti e non si fermano più neppure di fronte alla violenza, alle minacce, all’insurrezione.

Sta per approdare in Aula a Montecitorio una discussione che si profila interessante. Su un ex parlamentare del Pd, un roccioso SiTav come Stefano Esposito (nella foto), da sempre schierato dalla parte dell’Alta velocità. In questa autentica battaglia, Esposito è stato uno di quelli più bersagliati dall’estrema sinistra, al punto da beccarsi oltre sessanta querele e denunce per diffamazione. Cause vinte tranne in un caso, con una specie di multa a 400 euro.

Eppure, i campioni dell’antagonismo insistono e magari sognerebbero di vedere lui dietro le sbarre. Non accadrà perché la vicenda si trascina da anni, addirittura da più legislature e solo in questa la giunta per le autorizzazioni della Camera, presieduta da Delmastro di Fdi, ha messo l’acceleratore per chiudere “le pratiche”. Ed è incredibile quello che è successo. Un esame certosino, ben sette sedute dell’organo parlamentare dedicate al caso Esposito, chiamalo a difendersi da tre signori sicuramente a modo.

Tre distinte querele da altrettanti personaggi non propriamente raccomandabili. Madame – non madamina – Dana Lauriola, esponente di spicco del centro sociale Askatasuna di Torino, dove com’è noto alle 17 di ogni giorno si raduna la buona borghesia cresciuta a chiavi inglesi. Giorgio Vair, già vicesindaco del comune di San Didero, “condannato in sede civile – si legge nei documenti parlamentari – al pagamento di una ingente somma alla società Ltf per aver intralciato i sondaggi di scavo del terreno”. Giorgio Rossetto, che di Askatasuna è uno dei leader. Nelle sue dichiarazioni, Esposito aveva detto che costui coordinava le azioni violente a Chiomonte mentre era agli arresti domiciliari. “Dispensa ordini dalla poltrona di casa sua”, era stata la frase per cui i NoTav avrebbero voluto mettere volentieri le manette ai polsi di Esposito. Ovvero, punire chi denuncia e non chi infrange la legge.

Grazie agli eroi antiTav, Stefano Esposito vive da anni sotto scorta di polizia, dal primo giugno del 2013. In giunta per le autorizzazioni a procedere, durante l’audizione, ha risposto a Delmastro di aver fatto “più volte richiesta di rinuncia al dispositivo di protezione”, ma è tuttora sotto protezione.

Tra gli atti più “gravi” che gli rimproverano gli antagonisti torinesi, una serie di atti parlamentari di denuncia. Durante l’operazione di sgombero dell’occupazione abusiva da parte di esponenti del movimento NoTav del sito della Maddalena Chiomonte, Esposito aveva raccontato in un’interpellanza quel che era successo. Ovvero, “una frangia di circa 300 appartenenti ai centri sociali e a gruppi anarcoinsurrezionalisti, hanno aggredito con pietre, bulloni e pece calda i reparti di polizia, carabinieri, Guardia di finanza e Guardia forestale causando 62 feriti”.

Si sono sentiti diffamati, poverini, e lo hanno denunciato. Le percosse alle forze dell’ordine non bastano, evidentemente. In un altro mondo la pratica sarebbe stata archiviata in poco tempo. Invece, si dovrà pronunciare il Parlamento, con la sorpresa rappresentata dai Cinquestelle: in giunta per le autorizzazioni a procedere hanno votato contro Esposito, schierandosi con i centro sociali. NoTav contro SiTav, antagonisti contro il Pd, ma con i grillini schierati dalla parte opposta dell’alleato di governo. Quando finirà questa schifezza?

Per informazioni telefonare a Nicola Zingaretti.

Francesco Storace