E’ “finalmente stato pubblicato il tanto atteso decreto del Ministero del lavoro di concerto con il Ministero degli Esteri” relativo ai “Paesi da cui è ‘oggettivamente impossibile’ ottenere la documentazione attestante i patrimoni immobiliari, reddituali e le condizioni familiari nel Paese di origine” per gli stranieri che hanno fatto domanda per il reddito di cittadinanza. Così l’Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (finanziata da Open Society di Soros, ndr), accoglie la notizia del superamento di fatto della discriminazione di persone immigrate, escluse fino a oggi dal beneficio del reddito di cittadinanza. L’associazione nei mesi scorsi, attraverso i suoi avvocati e giuristi, già nei mesi scorsi, aveva lamentato con varie azioni, tra cui il deposito di un ricorso al Tribunale di Milano, il blocco da parte dell’Inps dell’esame delle domande degli stranieri residenti in Italia per assenza del decreto.
Elencati gli Stati da cui ottenere la certificazione immobiliare – Invece che redigere “un elenco dei Paesi esenti”, spiega l’Asgi, “i Ministeri hanno elencato gli Stati” dai quali i cittadini extra Ue dovranno ottenere “l’apposita certificazione” (probabilmente perché ottenere una risposta da tutti i 196 Stati nel mondo in pochi mesi era un’impresa impossibile) ai fini dell’accoglimento dell’istanza ed “esclusivamente quella relativa al patrimonio immobiliare”.
A questo punto, conclude Asgi, “la questione dovrebbe essere risolta”. Una soluzione attesa, con maggior chiarezza “per chi aveva fatto domanda e fin da subito se l’era vista sospesa sia per chi aveva percepito il sussidio per i primi sei mesi e poi se l’è visto sospendere. Il sussidio verrà sbloccato nei prossimi giorni ed accreditato a tutti gli aventi diritto”.
Il totale dei residenti con le cittadinanze indicate nell’elenco dei Paesi ai quali si dovrà richiedere documentazione sul patrimonio immobiliare, chiarisce ancora Asgi, è “di circa 61.200 cittadini stranieri”, ma “ovviamente solo una parte di questi è nelle condizioni economiche per accedere al reddito di cittadinanza. Si tratta quindi, complessivamente, di un numero molto esiguo rispetto al totale di 3.700.000 cittadini extra Ue residenti in Italia”.