#AltoTradimento. #Gualtieri sbugiarda #Conte: il 21 giugno 2019 sono state decise le linee di riforma del #Mes. #Borghi "Non è più possibile emendare il #Mes. Testo chiuso. #Conte ha approvato un testo definitivo e inemendabile senza alcun dibattito in parlamento." #RadioSavana pic.twitter.com/ITsuQfr0PK
— RadioGenova (@RadioGenova) November 27, 2019
“il testo è concordato e se chiedete se è possibile riaprire il negoziato vi dico che secondo me no, il testo del Trattato è chiuso, c’è un lavoro su aspetti esterni e la richiesta su una questione aggiuntiva che possiamo valutare e integrare, ma non c’è negoziato sul testo e tutti gli altri Paesi considerano la questione chiusa”. Ed “ho dei dubbi” che “un clamoroso stop del governo per riaprire termini di un negoziato chiuso” possa giovare “dal punto di vista interesse nazionale, ma il Parlamento valuterà sovranamente come sempre”, sottolinea il ministro.
Per Gualtieri, se l’Italia fosse l’unico Paese dell’area euro a non ratificare la riforma del Mes comunicherebbe “un senso di fragilità e di debolezza che il Paese non ha, perché è solido ed ha risparmio privato molto alto”. “Dire che l’Italia è terrorizzata”, che c’è il rischio di “bancarotta”, “lo trovo sinceramente sproporzionato”, sottolinea. “Questa riforma non è perfetta ma non fa alcun danno”, conclude.
Tensione altissima a Montecitorio dopo che Fdi con Giorgia Meloni e la Lega con Claudio Borghi hanno chiesto che il premier Giuseppe Conte riferisca in aula sul Mes, dopo che il ministro Gualtieri l’ha definito concluso. Dal Pd Pier De Luca ha accusato la Lega di far finta di non sapere che governava lei quando si negoziava il trattato sul fondo salva Stati e a quel punto è scoppiata la bagarre e il presidente ha richiamato all’ordine in particolare il deputato leghista Rixi e ha sospeso i lavori.
“Tutto quanto detto da Gualtieri è gravissimo e evidenzia comportamenti che potrebbero anche configurare eversione” ha scritto su Twitter il deputato della Lega Claudio Borghi. “Conte ha nei fatti approvato un testo definitivo e inemendabile senza alcun dibattito in Parlamento. Che il presidente si cerchi un avvocato” ha concluso Borghi. ADNKRONOS