Mafia, operazione “Passepartout”: il gip conferma il carcere per Dimino e Nicosia. Il gip di Palermo, Annalisa Tesoriere, ha emesso un’ordinanza cautelare in carcere nei confronti del boss di Sciacca, Accursio Di Mino, 61 anni, e dell’ex assistente parlamentare Antonello Nicosia, 48 anni, sottoposti a fermo di indiziato di delitto dalla Dda di Palermo lo scorso 4 novembre con l’accusa di associazione mafiosa. Il provvedimento, eseguito dai carabinieri e dal Ros su mandato del procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dei sostituti Geri Ferrara e Francesca Dessì, era stato convalidato del gip di Sciacca Alberto Davico.
Trattandosi, però, di giudice “incompetente per materia”, come prevede la procedura in questi casi, entro venti giorni la misura sarebbe decaduta se non condivisa dal “giudice competente”. Oggi è arrivato il provvedimento del gip di Palermo che avalla l’impianto accusatorio nei confronti del sessantunenne, già condannato due volte per mafia, e Nicosia, ritenuto “pienamente inserito nell’associazione mafiosa”.
L’assistente della parlamentare Giusi Occhionero, molisana eletta con Leu e ora passata a Italia Viva, non indagata nell’inchiesta, sfruttando il suo incarico, sarebbe riuscito a entrare nelle carceri di massima sicurezza e veicolare i messaggi dei boss all’esterno. Insieme a Dimino, inoltre, avrebbe gestito affari e società e, persino, progettato un omicidio.
Il gip, invece, contrariamente a quanto deciso dal collega di Sciacca, ha sostituito la misura del carcere con i domiciliari per i tre presunti fiancheggiatori. Si tratta di Paolo e Luigi Ciaccio, entrambi di 33 anni, e Massimiliano Mandracchia di 46 anni. Con il deposito del provvedimento, i difensori (gli avvocati Salvatore Pennica, Gioacchino Sbacchi, Paolo Imbornone, Antonello Palagonia e Calogero Lazzarone) potranno rivolgersi al tribunale del riesame per chiedere l’annullamento degli arresti.