Torna Giulio Tremonti e mette in guardia tutti sul Mes, meglio noto come Fondo salva Stati. L’ex ministro ne parla con la Verità . «Con il Fondo salva Stati si ripete la situazione del 2011. Al posto della Grecia ci sono le banche tedesche. Volevano i nostri soldi e non volevano si parlasse di crisi bancaria».
L’ex ministro torna sulla la crisi del 2011. E ricorda che non fu causata dai bilanci pubblici ma dalle banche tedesche e francesi. «Cosa che poi, dopo aver straziato la Grecia, venne riconosciuta da due componenti della Troika: Fmi (Fondo monetario internazionale ndr) e Commissione – prosegue Tremonti -. Il terzo, la Bce, non si è ancora pronunciato. Eppure si trattava di banche…». Tremonti ricorda che un aspetto poco considerato è che anche gli istituti di credito possono accedere al Fondo . E che inoltre viene attribuito un grosso potere al direttore generale del Mes, un tedesco.
«Tremonti – si legge su il Giornale- evidenzia che i meccanismi per giudicare i debiti sovrani contenuti nella riforma sono “autocratici e imperscrutabili”. E aggiunge che la presidenza italiana “in vista del vertice di dicembre confida nello scambio tra ‘riforma’ e ‘pacchetto’. In realtà per noi il pacchetto è ancora più avvelenato del trattato perché produce automatici, devastanti effetti tanto sulle banche quanto sul debito”.
La ‘logica del pacchetto’ era stata chiesta dal premier Giuseppe Conte a giugno all’Eurogruppo. E prevede la creazione di uno strumento di bilancio per la competitività e la convergenza nell’Eurozona (Bicc). E un approfondimento dell’Unione bancaria con la garanzia dei depositi. “Entrare a Bruxelles, con quel “pacchetto” equivale a presentarsi alla Commissione come un kamikaze”. L’ex ministro conclude affermando che approvare la riforma e rimettersi al voto in Aula vorrebbe dire per il governo assumersi il rischio che l’Aula dica no, devastando l’immagine del nostro Paese».