Una storia di burocrazia assurda quella che vede protagonista la 64enne Virginia Corini, malata terminale, ricoverata in un hospice a Gorlago. Ormai in fin di vita per un tumore ai polmoni, ricoverata nella struttura assistenziale a fine ottobre, la donna si è vista presentarsi al capezzale il medico fiscale incaricato dall’Inps per verificare se fosse effettivamente malata. La visita è arrivata il 7 novembre. Due giorni dopo la donna è morta. La vicenda è riportata da bergamopost.it
Famiglia: «Umiliazione». Sbigottiti familiari e amici della donna, che dal 2000 era dipendente di una cooperativa e si occupava di lavori domestici. «Virginia ha sorriso a quella dottoressa che le ha chiesto di firmare una carta – ha raccontato la cognata -. Lei lo ha fatto, con la mano che tremava… Davanti alle lamentele dei medici della struttura, la dottoressa ha replicato: “Voi fate il vostro lavoro, io devo fare il mio”. E poi le ha detto che avrebbe avuto i giorni di malattia fino al 10 dicembre». Un’umiliazione che si poteva risparmiare, «una mancanza di rispetto totale, perché lo sanno tutti che all’hospice vanno solo i malati terminali».
Le scuse dell’Inps. «Il controllo è scattato da un accertamento automatico di routine del nostro sistema informatico – comunica l’istituto di previdenza – Siamo molto dispiaciuti e ci scusiamo con la famiglia. Ma il medico di base aveva indicato sul certificato l’indirizzo dell’hospice senza la parola “hospice” e omesso di scrivere che la signora fosse ricoverata. Per questo il medico fiscale ha raggiunto quella struttura: certo, quando ha visto di cosa si trattava, si sarebbe dovuto astenere dal visitarla. Purtroppo spesso abbiamo a disposizione medici a contratto, non sempre formati a dovere sulle procedure da adottare».