Marco Tosatti – Cari Stilumcuriali, ieri sera un’amica mi ha inviato il link del blog di padre Giovanni Cavalcoli, che vi consiglio di andare a leggere nella sua interezza. Qui riporto solo un parte di quello che il padre domenicano scrive: e quanti conoscono la prudenza e la fedeltà alla Chiesa e al ruolo del pontefice del teologo possono valutare sia il suo grado preoccupazione che la gravità della situazione così come la descrive.
Ecco la parte che mi sembra particolarmente interessante:
“Terzo. C’è chi si domanda se non si possa dare un fattore psicologico di non pieno equilibrio psichico. Due sintomi. Primo, in mezzo ad una condotta di usuale e normale autocontrollo, si nota a volte l’eccesso del riso, salvo poi venir trovato con uno sguardo imbronciato o corrucciato, come se ce l’avesse con qualcuno. Come mai questi sbalzi di umore? Avete mai visto cose simili nel Beato Pio IX? O in Leone XIII? O in S.Pio X? O in Benedetto XV? O in Pio XI? O in Pio XII? O in S.Giovanni XXIII? O in S.Paolo VI? O in S.Giovanni Paolo II? O in Benedetto XVI?
Si ha l’impressione che questo riso sboccato sia la reazione a un forte disagio interiore. Tale riso infatti non sa di spontaneità, ma di forzatura. Lasciamo agli attori TV far ridere le folle. Un Papa, come Cristo, deve attirare per la sua carità e compassione aperte a tutti, soprattutto verso i più sofferenti e smarriti di cuore.
Secondo sintomo. Nasce il sospetto o il timore del sopravvento intermittente in Papa Francesco di occasionali momentanei lapsus mentali, che gli fanno pronunciare frasi, che, prese alla lettera, sarebbero materialmente delle eresie o prossime all’eresia. Ora, posto che un Papa non può essere formalmente e intenzionalmente eretico, non pare vi sia altra via d’uscita o spiegazione che si tratti di occasionali involontari lapsus mentali, che gli prendono la mano e gli fanno dire frasi avventate, sconsiderate, umorali e impulsive, delle quali poi in altre occasioni, ma non sempre, si corregge”.
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Già in altre occasioni, delicatamente abbiamo toccato questo problema; e in particolare tre anni orsono, proprio su Stilum Curiae, allora agli inizi.
Il collega Maurizio Blondet ha poi toccato questo argomento, delicato ma fondamentale, i almeno altre due occasioni: in questo articolo, e anche in questo.
Abbiamo poi tutta una serie di comportamenti che se non vogliamo attribuirli a un cinismo impressionante, da parte di un Pontefice, possono essere ascritti in maniera più caritatevole a uno scarso equilibrio comportamentale. Per esempio: ha dato mandato, più volte, al cardinale George Pell, verbalmente, di procedere senza guardare in faccia nessun nella sua riorganizzazone delle finanze vaticane, in base al Motu Proprio che istituiva la famosa Segreteria dell’Economia, salvo poi smentirlo a più riprese, firmando rescritti che toglievano dalla sua competenza settori sempre più ampi, fino a lasciarlo come un torsolo di carciofo senza foglie.
Ha appoggiato inizialmente il card. Burke, e il Gran Maestro Matthew Festing nell’operazione che vedeva Malteser International responsabile della distribuzione di materiale anticoncezionale, salvo poi obbligare a far dimettere il secondo e a svuotare il primo di ogni potere. Ha autorizzato – lui, non il card. Parolin – il generale Giani nell’operazione di indagine e sequestro nella Prima Sezione della Segreteria di Stato, per il caso dell’investimento sospetto a Londra, salvo obbligarlo poi alle dimissioni, ingiustificate, e poi pentirsi, e offrirgli – se quanto ci dicono è vero, come abbiamo motivo di credere – un incarico importantissimo, che però, visto che non rientrava nelle sue specifiche competenze e capacità, il generale Giani avrebbe con estrema coerenza rifiutato. E di sicuro la lista potrebbe continuare…
Abbiamo poi altre informazioni, che sono altrettanto inquietanti. E che vanno nella stessa direzione dei commenti di padre Cavalcoli, che d’altronde forse ha saputo qualche cosa di più di quello che scrive in questo senso. Che Dio aiuti noi, e la Chiesa.