Pianoro: chiesta Commissione indagine su migliaia di bambini schedati

Pianoro è un Comune di quasi 18mila abitanti in provincia di Bologna, da sempre amministrato dalla sinistra. Da circa 20 anni l’Amministrazione pianorese finanzia un progetto, il ‘Patchwork’, che ha l’obiettivo di “prevenire il disagio psicosociale” dei bambini, e lo fa attraverso un team di psicologi che offre alcuni colloqui gratuiti ai genitori e delle osservazioni nelle classi delle scuole. Questo progetto, fino a poco tempo fa, aveva a disposizione un ufficio all’interno di un Centro civico a Rastignano, popolosa frazione del Comune; ufficio che è poi stato assegnato ai Consiglieri comunali per esercitare il loro mandato. Ovviamente la sala è stata attrezzata per la sua nuova funzione, quindi con un computer connesso ad internet, stampante, sedie per riunirsi, una scrivania e anche un paio di armadi per riporre i propri documenti; tutto questo a disposizione di tutti i Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione.

Fin qui tutto relativamente normale, se non fosse che il 16 Ottobre scorso la Polizia Municipale veniva chiamata sul posto dal consigliere della Lega Luca Vecchiettini, il quale denunciava la presenza nella stanza di materiale sensibile su minori. Nell’armadio erano infatti archiviate centinaia di schede degli psicologi del progetto ‘Patchwork’, almeno 7 faldoni di documenti con dati sensibili di migliaia di bambini dai 3 ai 14 anni, con commenti sul loro carattere e sul loro comportamento e giudizi sulle situazioni familiari di alcuni. Tra quelle schede Vecchiettini ha persino trovato schede che parlavano di lui bambino, della sorella e di diversi suoi amici.

Il giorno stesso la Senatrice Lucia Borgonzoni, avvisata per ovvi motivi gerarchici dal consigliere pianorese, faceva un comunicato stampa sull’accaduto, chiedendo al Comune di fare chiarezza e allegando alcune foto di quelle schede, dai quali erano stati preventivamente cancellati i dati personali e sensibili dei bambini.

Da questo accadimento, ovviamente riportato dalla stampa sia locale che nazionale, è poi nato un acceso dibattito politico, con esposti sia da parte leghista, con l’Avvocato e Onorevole Gianluca Vinci che ha esposto l’accaduto e chiesto di verificare che non fossero stati commessi eventuali illeciti nel trattamento di quei dati, sia da parte del Sindaco PD del Comune che ha prima attaccato pubblicamente il Consigliere e la Senatrice leghisti e poi denunciato la divulgazione di dati sensibili con la pubblicazione delle foto delle schede.

La scorsa settimana il PM ha chiesto l’archiviazione di tutte le denunce, spiegando che la pubblicazione fatta dalla Borgonzoni, non contenendo alcun dato personale, non violava alcunché ed era fatta “al solo fine di esercitare il diritto di informazione”, ed escludendo anche illeciti penali nella condotta del Comune di Pianoro.

L’avvocato Vinci ha preso atto delle affermazioni della magistratura sugli aspetti penali, ma ha prontamente risposto che sotto il profilo della privacy verrà fatto un esposto al Garante per chiarire se la “dimenticanza” di quei dati di cui parla il PM sia accettabile anche da quel punto di vista.

Sul fronte amministrativo tutti i gruppi di minoranza di Pianoro (Lega, Fd’I e M5S) hanno presentato una proposta congiunta per chiedere l’istituzione di una Commissione di Indagine sul fatto e di approfondire il generale trattamento dei dati sensibili dei cittadini da parte del Comune.

“Questa proposta, che – spiega il leghista Vecchiettini – ha avuto pareri tecnico e contabile favorevoli dagli Uffici, ha l’obiettivo di fare chiarezza sul ritrovamento, a partire dal perché quei documenti siano stati dimenticati lì, e inoltre ci darà gli strumenti per garantire ai cittadini sia che tali episodi non si ripetano, sia che il Comune effettua correttamente il trattamento di tutti i loro e nostri dati.”

L’argomento verrà trattato nel Consiglio comunale di questo mercoledì, 13 Novembre, alle ore 20.30 e, conclude Vecchiettini, “mi auguro di vedere tanti cittadini tra il pubblico, ma soprattutto spero che anche la maggioranza condivida la proposta e voglia fare chiarezza su quanto accaduto, in primis per il bene dei bambini e delle loro famiglie”.