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Polemiche in Veneto per quanto accaduto nella chiesa di San Pietro a Vicenza, che avrebbe dovuto ospitare il gruppo degli alpini di Borgo Casale, per la deposizione di una corona in ricordo dei caduti e la funzione religiosa. Il parroco ha deciso che la preghiera degli alpini dovesse essere tagliata con la scusa di evitare la parte riferimento alle armi per difendere patria e civiltà come se, in certi casi bastasse lanciare fiori e caramelle ai nemici per fermarli.
All’evento era presente anche l’assessore regionale del Veneto, Elena Donazzan, che ha postato sui social un video diventato virale. “La chiesa è inclusiva con tutti, a cominciare dai migranti, tranne che con gli alpini, che poi, però, sono i primi a farsi in quattro per risistemare le parrocchie”, ha commentato l’esponente di Fratelli d’Italia. Gli alpini hanno preferito quindi andare in un altro posto per la celebrazione.
La frase “incriminata” della preghiera degli alpini, nel testo originale che ha assunto la sua forma ufficiale nel 1949, è la seguente: “Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”.
La preghiera è stata modificata nel 1972, in una versione approvata dall’ordinariato militare con la seguente strofa: “rendici forti a difesa della nostra Patria, della nostra Bandiera e della nostra millenaria civiltà cristiana”.