Si faceva pagare decine di migliaia di euro in cambio di notizie su aziende italiane in vendita o in difficoltà alle quali servivano finanziamenti dall’estero. In alcune occasioni i soldi gli venivano versati direttamente sul conto, in altre trasferiti su schede ricaricabili. Qualcuno ha persino pagato alcuni dei suoi viaggi o l’affitto dell’appartamento del figlio in Inghilterra. A
Antonio Morabito, già ambasciatore di Italia presso il Principato di Monaco e dall’aprile 2015 in servizio alla direzione generale per la Promozione del Sistema Paese del ministero degli Esteri, è indagato per corruzione dalla procura di Roma che nei giorni scorsi gli ha notificato l’avviso di conclusione indagini. Insieme a lui sono finiti nei guai cinque procacciatori di affari, quattro italiani e uno cinese, che lo hanno profumatamente pagato sotto banco.
La lista dei “benefits” che gli vengono contestati – scrive La Repubblica – è lunghissima. Un business miliardario: uno degli indagati e suo interlocutore di fiducia, Angelo Di Corrado, dice che per lo “shopping aziendale cinese” sono stati stanziati 6 miliardi di euro. E lui metteva in contatto gli intermediari degli asiatici con gli imprenditori, favoriva rapporti, chiamava i suoi colleghi italiani in giro per il mondo o gli omologhi stranieri per creare contatti.
Tra le aziende citate nel provvedimento del pubblico ministero Giuseppe Deodato e della Guardia di finanza che ha fatto le indagini, ci sono anche Versace e Huawei. L’ambasciatore è stato pagato da alcuni imprenditori italiani interessati a vendere una tecnologia al colosso cinese delle telecomunicazioni. In cambio, il commercialista italiano al quale aveva fornito il contatto, oltre a una serie di bonifici e ad alcuni viaggi, ha pagato per diversi mesi il canone di affitto del figlio di Morabito, studente universitario a Manchester. «Queste cose te le restituirò», dice il diplomatico, intercettato dalle Fiamme Gialle. Ma il professionista risponde: «Ma figurati, non è un problema Antonio».
Spesso l’ex rappresentante dell’Italia a Montecarlo pattuiva una cifra fissa per le sue prestazioni. L’avviso di conclusioni indagini è un lungo elenco di bonifici mensili da 5 mila a 7 mila euro. Il tutto ovviamente, stigmatizza il pm nel provvedimento, sfruttando il suo ruolo al ministero, asservendo la sua funzione e commettendo atti contrari ai suoi doveri.
Non solo la Cina. Morabito si dà da fare anche su Senegal, Gambia, Costa d’Avorio e Mali. Lo fa per aiutare un azienda che commercia rottami, mettendo i suoi vertici in contatto con gli ambasciatori in Italia della Costa d’Avorio, del Marocco, della Spagna e del Senegal. Ad alcuni incontri e viaggi l’ambasciatore partecipa anche personalmente. Il suo tornaconto? Oltre a una serie di bonifici, l’imprenditore Nicolò Corso compra 200 copie del suo libro “Valigia diplomatica” per 637,50 centesimi. Promette di acquistarne altri e di coinvolgere tutti i suoi amici per fargli ottenere un “record di vendite”.