Sassoli a Prato promuove il manifesto per un nuovo (in)umanesimo

Ieri sera Prato ha ospitato il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. La notizia, di per se’ mi ha provocato più indignazione che interesse per il semplice fatto che venire a parlare di multiculturalismo e di accoglienza proprio a Prato, rappresenta più che altro una mortificazione per una città che ha perso ormai la propria identità e vive da anni il suo ruolo di periferia allo sbando o di distretto industriale ferito, dominato dall’illegalità cinese e da una babele multiculturale che lascia ben poco spazio alla speranza. In pratica Sassoli viene ad insegnare a un moribondo come ammalarsi meglio usando come medicina il placebo della dottrina bergogliana.

Il convegno, organizzato alla Villa del Palco, casa del neo-vescovo Giovanni Nerbini da Rignano (provincia di Renzi), in collaborazione, udite udite, con la Scuola fiorentina di alta formazione per il dialogo interreligioso e interculturale e bla bla bla, ha avuto come tema LA RINASCITA DELL’EUROPA. In realtà Sassoli, con il suo intervento sul “nuovo umanesimo europeo” ha voluto iniziare dalla Toscana per lanciare il manifesto per “il futuro che sogniamo”, già sottoscritto da una trentina di personalità toscane, tra cui sindaci, politici e pseudo-tali, ambientalisti, esponenti delle comunità straniere e rappresentanti di diverse confessioni tra i quali spicca come il prezzemolo l’immancabile Imam Izzeddin Elzir, Consigliere nazionale dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia (al quale chiesi pubblicamente il significato dei versetti coranici che incitano alla violenza e all’omicidio citando la sura 9;5 e il cui ostentato e discutibile moderatismo e’ provato dalla non risposta al quesito).

Insomma questo manifesto e’ stato firmato dall’intelligenzia nostrana, dal coro della sinistra che ha tradito i lavoratori per predicare l’ideologia catto-ecologista e sorosiana.
Il manifesto fu stilato in occasione del “Festival della Spiritualità e dell’Economia” e contiene si’, un festival delle ovvietà e delle frasi mielose, delle quali solo un presidente eletto con i voti grillini può essere interprete, ma anche pericolose affermazioni. D’altronde unire spiritualità ed economia e’ un po’ come mettere insieme anima e corpo in una specie di tantra orgiastico.

Sanno tutto loro questi seguaci della profetessa Greta, così bravi a dare consigli per la salvezza dell’umanità’. Guai a far notare che in questo inconsistente e banale manifesto non si dice niente contro i veri poteri che governano l’Europa attraverso le leve di una finanza disumanizzante che ha ridotto ai minimi termini la sovranità dei popoli.
Figuriamoci poi contraddire certi preti che mettono sullo stesso piano la spiritualità cristiana con quella islamica e con quella indu’ (tanto alla fine Dio e’ uno solo) dimenticandosi della vera Europa, quella di Benedetto da Norcia, i cui valori tanto influenzarono nel bene e nel bello la società del vecchio continente in due millenni di storia.

Soprattutto non si parla della povertà che è una vera e propria piaga in Europa e particolarmente in Italia, una povertà frutto di più di un decennio di stagnazione economica dovuta principalmente alle inutili e ideologiche politiche di austerità monetaria e di pareggio, ribadite proprio nei giorni scorsi dal neo-commissario Gentiloni, che con Sassoli ha condiviso partito e metodo di nomina “diversamente democratico”.

Difficile comprendere come si possa parlare di “accoglienza” cioè di importare miseria e abbassare i salari, proprio in un’Europa dove, parola di Avvenire, i poveri assoluti sono circa 30 milioni e le persone a rischio di esclusione sociale 109 milioni. Eppure l’accoglienza e’ uno dei pilastri del manifesto, un documento “manifestamente” ridicolo, dove si afferma peraltro la necessità di “Un’Italia che non costruisca” ma che “rammendi” e dove si dichiara che “il profitto sostenibile è il profitto della collettività e non quello individuale.” Frasi come queste (che potrebbero stare sulla bocca del nordcoreano Kim Jong-Un) in Italia possono solo suscitare derisione da parte della gente che lavora, delle partite IVA e delle imprese sempre più in difficoltà.

Per chi fosse così curioso di leggersi il manifesto, puo’ trovarlo sul sito di ToscanaOggi, voce delle diocesi toscane, tanto per chiarire a chi avesse ancora dubbi da che parte sta la Chiesa global-bergogliana.

F.P.