Bergoglio ai Gesuiti: No ricerca dell’interesse nazionale

Oggi “abbondano le espressioni di xenofobia e la ricerca egoistica dell’interesse nazionale, la disuguaglianza tra Paesi e al loro interno cresce senza trovare un rimedio”. Lo ha detto il Papa nell’incontro con i Gesuiti che partecipano al convegno internazionale del Segretariato per la Giustizia sociale e l’Ecologia.

Troppe anche “le situazioni di ingiustizia e dolore umano”, a partire dalla tratta delle persone. Inoltre – ha aggiunto – “non abbiamo mai maltrattato e ferito la nostra casa comune come negli ultimi due secoli”. “Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale per stare accanto agli ultimi” Per stare accanto agli ultimi, alle vittime della “cultura dello scarto”, occorre avere attenzione ai loro bisogni “che sorgono molte volte innumerevoli, difficili da approcciare nel loro insieme”. Ma questo può non bastare: “Abbiamo bisogno di una vera rivoluzione culturale“, ha sottolineato il pontefice. Occorre “una trasformazione della nostra visione collettiva,dei nostri atteggiamenti, dei nostri modi di percepire noi stessi e metterci davanti al mondo.

Infine, i mali sociali sono spesso incarnati nelle strutture di una società, con un potenziale di dissoluzione e morte. Da qui l’importanza del lavoro di una trasformazione lenta – ha indicato Papa Francesco- di strutture, attraverso la partecipazione al dialogo pubblico, in cui si prendono le decisioni che incidono sulla vita di questi ultimi”.

“Costruire ponti in un mondo spezzato” – Papa Francesco ha usato poi un’immagine a lui molto cara, quella dei ponti da costruire per avvicinare distanze. Nel “nostro mondo spezzato e diviso” occorre “costruire ponti in modo tale che l’incontro umano permetta a ciascuno di noi di scoprire negli ultimi il bel volto del fratello, in cui ci riconosciamo, e la cui presenza, anche senza parole, richiede la nostra cura e solidarietà nei suoi bisogni”. www.rainews.it