Osservatorio Europeo: picchi di razzismo con governi D’Alema, Prodi e Gentiloni

Di Pietro Senaldi – – www.liberoquotidiano.it

Il Pd esulta per la commissione parlamentare contro il razzismo, approvata mercoledì con i voti della maggioranza e l’ astensione del centrodestra, ma ha poco di cui rallegrarsi. Se la commissione lavorerà bene infatti non potrà che giungere alla conclusione che i principali responsabili del razzismo in Italia sono proprio i sinistri. Come certificato dall’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, secondo il quale in Italia i picchi di avversione agli immigrati si registrano non quando Salvini siede al Viminale bensì allorché governa la sinistra. Ottobre 1999, novembre 2007, settembre 2017: D’Alema, Prodi e Gentiloni, sono loro i premier dell’odio, quelli sotto il cui regno sono aumentati razzismo e xenofobia.

C’ è poco da stupirsi. Gli italiani non sono un popolo razzista. Semplicemente chiedono che il fenomeno migratorio sia affrontato e regolato seriamente dallo Stato. Se questo succede, si sentono protetti dalla legge e compresi dalla classe politica, e pertanto sono accoglienti. Quando invece non accade, i cittadini si preoccupano, si impauriscono e si chiudono. Se ne è avuta la riprova nei 14 mesi della Lega al ministero dell’ Interno: pugno duro, meno sbarchi e meno allarme sociale si sono tradotti in un crollo degli episodi di razzismo.

Gioco sporco – Sono il buonismo, l’ apertura indiscriminata delle frontiere, l’ equiparazione truffaldina di persone da aiutare a risorse, il foraggiamento dei professionisti dell’ accoglienza a incattivire gli italiani, che non si ritengono compresi nei propri timori e nei propri bisogni. La sinistra degli attici filosofeggia, vola alto, predica, non capisce; pertanto il cittadino si sente solo contro tutti e vede l’ immigrato come un nemico, e più i progressisti glielo incensano, più lo detesta.

Il concetto è semplice, ma da Bersani a Fratoianni, da Zingaretti a Fico, fino a Renzi, tra progressisti e compagni non ce n’ è uno che lo afferri. Non è stupidità ma calcolo politico sbagliato. La sinistra alimenta l’ odio non regolamentando l’ immigrazione e poi ci specula sopra accusando la destra di xenofobia. Salvini e Meloni subiscono le accuse ma, anziché pagare dazio, ne risultano i beneficiari, in quanto finire sul banco degli imputati perché chiedono di privilegiare gli italiani rispetto ai clandestini consente loro di guadagnare voti. Intanto la xenofobia sale e gli immigrati finiscono per essere vittime della sinistra, la quale al solito è vittima di se stessa.

Quando si parla di razzismo, i progressisti giocano spesso sporco. È il caso delle polemiche sulla senatrice Liliana Segre, novantenne sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, la cui sofferenza viene strumentalizzata in questi giorni dalla maggioranza. La signora è vittima di insulti su internet in quanto ebrea, anche se non professa la fede dei rabbini, ma è stata battezzata presso le suore Marcelline. Per i compagni però, come per i nazisti, l’ ebraismo non è una religione, e pertanto questione di culto, ma attiene ai natali, e quindi è affare di razza. La cosa non stupisce, visto che in Italia antisemitismo e avversione verso Israele stanno da sempre di casa a sinistra.

Chi stabilisce cosa è odio – Gli attacchi alla Segre, come detto, sono stati presi dalla maggioranza a pretesto per istituire la commissione anti-odio, e fin qui poco male. Quel che non si può accettare è che l’ organo parlamentare si dia compiti che esondano dalla lotta al razzismo e arrivano fino al potere di stabilire chi può dire una cosa e chi no e di chiedere la censura delle opinioni non gradite. In altre parole, il neonato organismo parlamentare potrebbe decidere che un partito che si dà lo slogan trumpiano «prima gli italiani» o che un giornale che specifichi la nazionalità extracomunitaria di un assassino o uno stupratore istighino all’ odio razziale.

Per questo il centrodestra non ha votato a favore della Commissione Segre, la cui natura morale anziché investigativa getta le premesse per un controllo politico dell’ attività dell’ opposizione e dei suoi sostenitori. Nazionalismo, tetti agli ingressi di immigrati, scetticismo nei confronti dell’ Europa da domani potrebbero essere considerati preludio di razzismo, la qual cosa non sarebbe un progresso per la democrazia.

di Pietro Senaldi