Il mandato di Elisabetta Trenta alla guida della Difesa, si sa, non è mai piaciuto al centrodestra e nemmeno alla sola lega quando era al governo insieme ai Cinque Stelle. Troppi dubbi sul suo operato e sulla sua strategia, ma anche un’idea del tutto diversa sui compiti dei nostri militari e sugli obiettivi della Difesa.
Ma adesso, lo scontro potrebbe non riguardare “solo” i problemi di natura politica, quanto, più concretamente, quelli finanziari. Perché in temi di approvazione della manovra economica, la prima del governo Pd-Cinque Stelle, c’è un nodo molto importante da sciogliere: il finanziamento delle missioni all’estero. Perché secondo quanto riportato dall’Istat in audizione in Commissione Bilancio della Camera, le spese per le missioni internazionali dei nostri soldati dovrebbero essere considerate spesa corrente e non imputate al 2019. Il problema è che i deputati della Lega Giuseppe Bellachioma, Vannia Gava e Vanessa Cattoi hanno segnalato un problema: pare che Trenta abbia speso 1400 milioni e non il miliardo preventivato. Per questo motivo, spiega la Lega, questi 400 milioni eccedenti dovranno essere imputati per il 2019. Ma di questi soldi, che non sono proprio pochi, non sembra esserci menzione in manovra.
Una Difesa in ginocchio, quindi. Ma soprattutto una manovra che parte malissimo, visto che già mancano (solo per le missioni all’estero) 400 milioni. Le ipotesi possono essere molte. Ma in ogni caso sono in molti a fare una pessima figura. Innanzitutto potrebbe esserci il dubbio che i Cinque Stelle, allora titolari della Difesa, non fossero consapevoli di quando imputare i costi delle missioni, se all’anno in corso o meno. Ma potrebbe anche esserci il dubbio che l’attuale governo non fosse proprio al corrente del fatto di dover imputare quasi mezzo miliardo di euro nell’anno corrente.
Il deputato Claudio Borghi, in un’intervista a La Verità, ha ammesso che “le soluzioni non sono molte”: il che significa che o si chiederà un nuovo “aiutino” alle tasche degli italiani oppure si taglierà da qualche altra parte. Ma tra una sforbiciata e l’altra, quello che è certo è che ci sia un’ennesima ombra sull’era Trenta alla guida della Difesa.