di Vittorio Feltri – – Bisogna saper perdere. E nessuno è più bravo di Conte e Zingaretti nell’arte dell’insuccesso. Entrambi meritano un premio, quello di essere spediti a casa con la preghiera di trascurare la politica così come gli elettori trascurano loro, preferendo dare il voto a chiunque altro. È vero che una consultazione regionale non incide sulla legittimità tecnica del governo, però è altrettanto vero che oltre al dettato costituzionale esiste anche la dignità che non è meno importante.
Il premier e il segretario del Pd, se hanno un minimo di riguardo per le proprie persone, preso atto del risultato umiliante delle urne, invece di continuare a rompere le scatole agli italiani dovrebbero riempirle degli effetti personali e sloggiare. Un incoraggiamento ad assumere tale lodevole iniziativa potrebbe essere data, a lorsignori falliti, da Mattarella, il quale ha il diritto di invocare il rispetto dei cittadini che non si riconoscono in un esecutivo non più rappresentativo della volontà popolare. Lo scioglimento delle Camere, benché non formalmente obbligatorio, si rende necessario consegnando a noi il destino del Paese tramite il suffragio universale.
Il capo dello Stato, se ha un pizzico di senso dell’umorismo, seppellisca con una risata la coalizione attualmente al potere e con un atto di coraggio provi a convocare i comizi avviando le procedure per rinnovare il Parlamento. Posto che in questo modo non è lecito andare avanti, si affidi l’ amministrazione non a gente priva di giudizio e si rimescolino le carte alla maniera democratica: andando a votare.